Associazione Uomo Duemila Locorotondo. In prima linea per aiutare il prossimo

SOLIDARIETA’

I volontari dell’Associazione sono, dall’inizio dell’emergenza, impegnati in prima linea nella lotta al Coronavirus

 

 

Correva l’anno 1990 quando cinque giovani volontari (Angelo Cito, Giorgio Palmisano, Nicola Amati, Francesco Pinto) diedero vita all’Associazione di Volontariato Uomo Duemila – unità ausiliare di Protezione Civile, firmando l’Atto Costitutivo.

Quest’anno ricorrono i 30 anni di attività, ma i festeggiamenti sono stati rinviati causa emergenza sanitaria da Covid -19.

“Restate a casa. Voi dovete, noi non possiamo”. Poche parole come didascalia di una foto, sulla pagina social ufficiale dell’Associazione, che immortala due volontari in divisa necessaria per garantire il servizio 118 limitando al massimo la possibilità di contagio. Di quella foto i dettagli che colpiscono sono gli occhi, l’unica parte del corpo visibile, accuratamente protetti da mascherina. E poi quelle due frasi, slogan nazionale della campagna anti contagio, basate su un necessario ed indispensabile gioco di verbi che fa appello ( o almeno dovrebbe) al senso di responsabilità della comunità.

I volontari dell’ Associazione sono , dall’inizio dell’emergenza, impegnati in prima linea nella lotta al Coronavirus. Loro con i medici, gli infermieri, gli addetti ai lavori sono parte integrante ed attiva del 118.

Questa emergenza ha imposto (sempre nell’ottica di ridurre il diffondersi del virus) che un’ambulanza fosse dedicata solo ed esclusivamente al trasporto di coloro che avevano contratto il virus. Non è stato sufficiente solo organizzare i turni dei volontari ma sono state richieste, soprattutto, importanti spese economiche per l’acquisto di attrezzature ad hoc per fronteggiare l’emergenza sanitaria e garantire il servizio in massima sicurezza.

Un vecchio proverbio recitaanno bisesto, anno funesto. Questo 2020 sembra stia rispecchiando appieno questo modo di dire.
Locorotondo è, ad oggi, tra i pochi Comuni con numero di contagi pari a 0.

Questa notizia è assolutamente positiva, ma come affermato dal Sindaco Tommaso Scatigna “contagi zero non vuol dire rischio zero”.
Il virus colpisce senza una logica precisa, ogni tentativo di comprensione rischia di vanificarsi in pochi attimi.
Sicuramente i cittadini che osservano e rispettano i Decreti corrono meno rischi di coloro che sono sul campo a lottare in prima linea.

I volontari devono indossare mascherine, guanti ed osservare una lunga serie di accorgimenti per il bene della loro persona in primis, e per il bene della collettività.

“Io sto a casa non mi interessa – potrebbe legittimamente pensare qualcuno – il rischio che potrebbero correre gli altri”.  Ed invece no. Gli altri, in questo caso, sono coloro che da anni offrono dei servizi gratuiti alla comunità di Locorotondo. “Gli altri siamo noi “, riprendendo una canzone del 1991 di Umberto Tozzi e Raf.

Che si tratti di organizzare un’ambulanza per presenziare ad una partita di calcio, che si tratti del servizio di trasporti infermi in Italia e all’estero, che riguardi il trasporto per dializzati poco conta. Sono servizi di cui la comunità beneficia.

Il volontariato non ha bisogno di pubblicità, il bene comune vince sempre sul male.

Ma in caso di estrema emergenza e necessità, sarebbe giusto schierarsi al fianco dei guerrieri dimostrando che la comunità di Locorotondo c’è, capisce ed è, soprattutto, una comunità in grado di dare ed aiutare il prossimo perché formata da gente perbene e di cuore.

Per contrastare la siccità è necessaria l’acqua. Per questo motivo anche una piccola goccia ha un valore ed un’importanza vitale.

Anna Lodeserto

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