Bina: una storia di passione per la cucina e amore per la famiglia

TALENTI LOCALI

La vincitrice del premio “Excellence taste of sud” si racconta

 

a cura di Palma Guarini

 

Questo mese abbiamo voluto dedicare questo spazio ad una donna, mamma, moglie e chef rinomata nel nostro paese.

Da poco ha portato nel nostro territorio il premio di miglior ristorante di cucina tradizionale pugliese, in occasione dell’evento Excellence taste of sud”, nato per promuovere e valorizzare il patrimonio enogastronomico delle eccellenze della Regione Puglia.

Si tratta di Bina, nome riproposto anche per la sua attività di ristorazione. Abbiamo voluto che si raccontasse a noi.

«Io sono figlia di una mamma che mi ha insegnato l’arte della cucina e che mi ha trasmesso questa passione. Ho sempre avuto il desiderio di aprire qualcosa di mio, ho anche frequentato la scuola alberghiera con il massimo dei voti e lavorato per altre attività, ma 10 anni fa, abbiamo scelto con mio marito e i miei figli di avviare questa avventura.

All’inizio dell’attività ho avuto il piacere di conoscere lo chef Vito Antonio Semeraro che ci ha seguiti passo passo nell’avvio per poi lasciarci andare da soli.

Io ci ho messo del mio perché ho sposato la filosofia del mangiar bene, della qualità e del profumo. Penso che questo mi abbia permesso di vincere questo premio, che ha vinto anche la mia collega Antonella Scatigna.

Adesso ho richiamato lo chef Vito Semeraro perché volevo che il mio ristorante avesse una svolta, per dare un salto innovativo, per continuare a far crescere la mia creatura».

Mentre Bina mi parla io guardo Nino, suo marito, i cui occhi brillano ancora di amore e di stima nei confronti di Bina. Gli chiedo se vuole raccontarmi qualcosa:

«Io mi emoziono quando parlo di Bina, siamo da 50 anni insieme. Abbiamo vinto tante battaglie, abbiamo due figli straordinari. Quando Bina decise di aprire il ristorante, era il momento in cui a me avevano proposto, dopo la pensione, di dirigere il sindacato dei pensionati. Per questo ero titubante ma lei aveva dedicato la sua vita a me e alla nostra famiglia, fino ad allora. Così, sebbene spaventato, ho deciso di aiutarla.

Io in prima battuta non pensavo di poter partecipare a una storia del genere. Sono stata affiancato da una ragazza, Claudia, che mi ha insegnato l’arte del servizio al cliente. Non è stato facile, ci sono stati momenti in cui chiedevo a Bina chi ce lo facesse fare, ma lei è stata determinata, e adesso posso dire di essere orgoglioso di lei.

Io sono innamorato di Bina, della sua cucina, cerco ogni volta di trasmettere la sua storia con i suoi piatti. È questo che i turisti apprezzano del nostro ristorante.

Ed è verso questa direzione che va il turismo: ecco perché credo che i ristoratori debbano fare gruppo; se non facciamo gruppo perderemo questo treno del turismo che al momento c’è. Solo così possiamo creare una sinergia, uno sviluppo e occupazione per tanti giovani».

La storia di Bina, la sua emozione mentre mi raccontava delle difficoltà e gli occhi innamorati di Nino mi fanno pensare e sperare che abbiano ancora tanto da raccontarci.

Complimenti a Bina e in bocca al lupo per i suoi futuri sviluppi!

Agorà Blog

Blog e mensile cartaceo dei trulli e delle cummerse di Locorotondo. Ci occupiamo di attualità, politica, società e tanto altro...