Dario Amati, donatore di plasma iperimmune
LA DONAZIONE
La guarigione dal Covid come stimolo per aiutare il prossimo
di Anna Lodeserto
13 marzo 2021. Donazione del plasma iperimmune presso il Policlinico di Bari.
Il donatore ha postato, su un social, una sua foto ed una significativa quanto intensa frase virgolettata, perché raccontava un evento con protagonista Bob Marley.
Ed a chiusura del post la seguente frase: “A volte ci sono momenti nella vita in cui tutto ti spinge a mollare. E per me questo è uno di quelli…ma sono troppo testardo per arrendermi. Medici non si è solo col camice. Che il mio plasma autoimmune possa salvare qualcuno…”.
Dario Amati, figlio del dott. Ubaldo Amati vittima del Covid, è un giovane medico di 31 anni che ha vinto la battaglia contro il virus ed ha scelto di donare il proprio plasma per aiutare chi ne avrà bisogno.
Perché hai scelto di donare il plasma?
“Dono il sangue da tanti anni, perché non è un gesto che aiuta solo chi lo riceve, ma anche me. Sai – ha affermato Dario – mi riempie di qualcosa che non saprei descriverti. Quando sono guarito dal Covid, la prima cosa a cui ho pensato è stata prenotare per donare il plasma iperimmune perché avere la possibilità di poter salvare la vita di qualcuno è un onore, ma anche un dovere per un medico. Il giuramento di Ippocrate che ho fatto alla laurea, mi ricorda che si è medici anche senza il camice”.
In quale struttura hai donato?
“Ti spiego – ha risposto Dario, in modo gentile ed educato – il prelievo si fa insieme alla donazione. Per quanto riguarda il plasma iperimmune è possibile donare soltanto in alcuni centri, tra cui il Policlinico di Bari. Ti fanno in primo luogo il prelievo, per eseguire le analisi e valutare il titolo anticorpale e poi procedono prelevando la parte liquida del plasma con gli anticorpi”.
Dario è un giovane medico. Un giovane uomo. Un ragazzo che ha vinto la battaglia contro il Covid ed invece di organizzare feste e festicciole ha scelto di donare il plasma per aiutare il prossimo.
Sì, il Covid circola ancora. Il virus c’è, e sta cambiando forma. Numerose sono, infatti, le varianti sempre più aggressive e difficilmente controllabili. Purtroppo, però, c’è ancora la mancanza di buonsenso che potrebbe bloccare l’avanzare incessante del virus contribuendo, tra l’altro, alla riduzione del numero delle vittime in continuo aumento.
Non è vero che tutti i ragazzi sono soltanto in grado di fare assembramenti e di non osservare le restrizioni. Così come non è vero che il Covid non esiste. È nella società, in piazza, in villa pronto a colpire senza una logica ed una prevedibilità.