Don Adriano: «San Rocco apra i nostri cuori all’attenzione verso gli altri!»
LA FESTA
Intervista al Parroco di Locorotondo, che si appresta a vivere il suo “primo” San Rocco nella nostra città…
di Zelda Cervellera
e Orazio Perillo
Don Adriano si temeva il peggio qualche mese fa per via delle difficoltà tecnico-organizzative, eppure anche quest’anno si è riusciti ad organizzare un programma di eventi civili e religiosi in onore di San Rocco. Come è stato possibile?
«In realtà non ho mai avuto dubbi sulla possibilità di organizzare la festa in onore di San Rocco, provenendo da una ventennale cura della Festa Patronale in Brindisi. Il punto di partenza è stato quello di conoscere quanto era stato svolto negli anni passati e da chi. Ho avuto modo di apprezzare i tanti che hanno contribuito, coloro che più di altri hanno faticato nell’organizzazione e questo soprattutto nell’ambito della comunità ecclesiale. Ho apprezzato altresì il vivo interesse sia per la festa di San Giorgio e ancor più per questa di San Rocco da parte del Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale. Pertanto ci siamo messi insieme costituendo un nuovo Comitato che, come previsto dalle indicazioni della Conferenza Episcopale Pugliese, vede nel Parroco della Chiesa Madre il presidente e tutti gli altri quali collaboratori nei settori specifici, sempre d’intesa con l’Amministrazione Comunale (con più riunioni di servizio). Tutti, dunque, al servizio, orgogliosi di prestare una disponibilità per la buona riuscita della festa e ricordandoci che i primi a dare buon esempio di collaborazione dobbiamo essere proprio noi secondo lo spirito cristiano».
“Primo” San Rocco da Parroco nella nostra comunità e lo fa, come ci ha già spiegato, da presidente del Comitato Feste. Con quale spirito si appresta a celebrare e presiedere un appuntamento religioso e civile, molto sentito dai locorotondesi?
«Lo spirito è sempre quello di fare in modo che oltre a tutti gli aspetti esteriori la festa possa rappresentare un momento di pietà popolare, cioè una maniera diversa di relazionarsi con Dio e con gli altri. Il timore, poi, di non essere all’altezza della situazione c’è sempre, anche perché ci sono delle consuetudini locali che non conosco e cerco di ascoltare per capire (però non è sempre così semplice!). Spero che la festa, che si snoda sulla linea degli altri anni, possa essere gradita a tanti, rimanendo in ascolto di eventuali suggerimenti costruttivi per migliorarla. Per il resto sono contento di vivere questa grande festa molto sentita dai locorotondesi, anch’io mi sento locorotondese a tutti gli effetti, amo questa città e i suoi abitanti, cerco di essere accogliente verso chi si affaccia a visitare il nostro bel borgo. La festa la facciamo tutti insieme e ritengo che non mancheranno motivi per rallegrarci!».
Quali le maggiori novità di questa edizione?
«Piccole cose: intanto un’attenzione maggiore all’Assunta, per quel legame dolce che opera tra noi e i cari defunti, lei, della cui morte si dice che dormiva, ci fa sperare fortemente che ci risveglieremo un giorno dal sonno della morte! Allora al mattino presto del 15 ci ritroveremo all’ingresso del viale del cimitero per un Rosario e una breve veglia. Ancora, nel corso della notte bianca tra il 15 e il 16, caratterizzata da tanti momenti di sano spettacolo per le strade della città, vivremo contemporaneamente l’adorazione Eucaristica in Chiesa Madre (che si concluderà al mattino, alle ore 6.00, sul sagrato, con la S. Messa) con la chiara intenzione di proporla soprattutto ai giovani. Per un coinvolgimento di tutta la comunità in aspetti diversi ci sarà, poi, un’attenzione particolare con una sfilata di auto d’epoca martedì 14 e la benedizione dei cani giovedì 16, alle ore 17.00, davanti alla Chiesa Madre».
Chi si sente di ringraziare per l’organizzazione della Festa?
«Tutti, assolutamente tutti, meglio evitare una specificazione perché sicuramente si rischia di dimenticare qualcuno. Comunque dico grazie a chi sta curando gli aspetti organizzativi, al Comune, a chi sta chiedendo contributi e a chi generosamente li sta donando, a chi porterà le statue, a chi si rallegrerà per l’impegno profuso da tanti, a chi avrà da fare qualche critica costruttiva, a chi parteciperà direttamente e a chi ci seguirà a distanza, a chi pregherà chiedendo la potente intercessione dell’Assunta e di San Rocco… e a chi ho dimenticato!».
Quale messaggio vuol lanciare alla comunità di Locorotondo che si appresta a festeggiare il suo Santo?
«L’Assunta ci fa dare uno sguardo pieno di fede alla vita eterna e non ci fa dimenticare che come credenti abbiamo una marcia in più nel cammino della nostra vita e ci invita alla sobrietà e a sentire la potenza dell’aiuto di Dio. San Rocco apre i nostri cuori all’attenzione agli altri, al più debole, al più bisognoso di aiuto, alla guarigione. Povero può essere ciascuno di noi: i nostri vicini, i nostri familiari. La povertà non è solo mancanza di cibo o di vestiti, è povertà la solitudine, l’incomprensione, l’indifferenza, l’egoismo, la violenza verbale e fisica: il pensiero va alle relazioni familiari e alle relazioni sociali che viviamo nella ferialità dei nostri giorni. La festa è una sosta, ci sforziamo di viverla al meglio in tutti i suoi aspetti, ma dovrebbe farci tornare migliori nella vita ordinaria. Con l’aiuto di Dio, così sia festa per tutti!».