Enrico, l’uomo che ha vinto la battaglia contro il Coronavirus
LA STORIA
Dal 4 maggio si tornerà, lentamente, alla normalità. Predisposto allentamento delle restrizioni. Fondamentale sarà attenersi alle nuove disposizioni e farsi guidare dal buonsenso
“Finalmente ritorno a casa, dopo 25 giorni di ricovero al Policlinico di Bari, reparto di terapia intensiva Covid-19 U.T.R. Pneumologia”.
Inizia con queste parole il racconto di Enrico, uomo di 62 anni. Marito, padre, nonno pugliese. Enrico ha contratto il virus assistendo sua madre, vittima del nemico senza volto.
La lettera di Enrico fa rumore, oltre che per la storia, anche per la tempistica. Tra poche ore sarà il tanto atteso lunedì 4 maggio che segna il graduale ritorno alla normalità. Il DPCM del 26 aprile prevede la riapertura di attività bar e ristoranti permettendo il servizio d’asporto, che si aggiunge al servizio a domicilio già concesso.
Potranno ripartire le attività del settore manifatturiero, edile congiuntamente alle attività all’ ingrosso ad essi correlati.
Sarà possibile uscire per fare sport ed attività motorie, anche lontano da casa. In questo caso la distanza da rispettare dall’ altro è di due metri.
È concesso svolgere celebrazioni funebri, in numero massimo di 15 persone e, ove possibile, all’aperto. Parchi e giardini riapriranno al pubblico.
Sarà concesso il trasferimento da una regione all’altra soltanto per rientrare nella propria abitazione.
È vietato uscire di casa per tutti coloro che presentano sintomi legati a sindrome respiratoria e registrano una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi.
È obbligatorio indossare le mascherine (il cui prezzo di vendita è stato impostato a 0,50 euro), rispettare il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti.
Ed ora arriviamo al termine causa di numerosi dubbi e perplessità: congiunto.
Il Decreto prevede che si possa fare visita ai propri congiunti. Chi sono i congiunti?
Coniugi, partner conviventi, partner delle unioni civili, persone legate da un solido legame affettivo (parenti fino al sesto grado ed affini fino al quarto grado).
Gli amici non sono congiunti.
Il / la frequentante non è un congiunto.
L’incontro con gli amici, le belle tavolate primaverili dovranno attendere ancora un po’.
Quasi certamente saranno predisposti dei controlli delle forze dell’ordine, come è stato fatto in questo periodo.
Ma, senza il buonsenso e il senso civico di ogni singolo individuo, si potrà fare ben poco per evitare che il numero dei contagi torni a salire.
“La costrizione di vivere – scrive Enrico nella sua lettera – un periodo più o meno lungo di ristrettezze in termini di libertà di circolazione, non può reggere il confronto con un periodo di 24/25 giorni vissuto in un letto di ospedale. Giorni in cui vivi in uno spazio di un metro per due (il letto) senza poterti muovere perché sei attaccato ad apparecchi per la ventilazione forzata, ad elettrodi di rilevamento cardiaco. Giorni in cui alle dita sono attaccate delle pinze per il controllo della saturazione dell’ossigeno, rilevatori di pressione sanguigna. “
Stare chiusi in casa non potrà mai essere così doloroso come sentire costantemente urla di dolore che provengono da chissà quale stanza.
La noia casalinga non potrà mai competere con la paura di non farcela, con la paura di diventare un numero menzionato nel totale delle vittime giornaliere.
Un ritorno alla normalità è importante tanto quanto attenersi alle disposizioni. Per questo motivo sarebbe utile che i virologi svolgessero il proprio lavoro serenamente, che i politici si occupassero dell’Italia evitando discussioni sterili e che noi, membri della comunità, sostituissimo la frase ” io voglio” con la domanda ” è realmente necessario ed indispensabile?” .
Mentre cerchiamo una risposta a questa domanda, non dimentichiamo coloro che hanno lottato, che hanno perso la vita. Non dimentichiamo chi ha duramente lavorato per tutelare la nostra salute. Guardiamo al futuro speranzosi ma anche con consapevolezza e responsabilità. Anche i malati vorrebbero uscire. Loro non possono. Noi possiamo ma dobbiamo farlo nel pieno e totale rispetto delle regole.
Anna Lodeserto