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Fa l’omne ca a femn je a femn!

COM-PRENDIAMO

Dalla nostra rivista “La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è tutti i giorni, non soltanto il 25 novembre

 

di Anna Lodeserto

 

Fai l’uomo perché la donna è la donna!”.

Che frase meravigliosa e ricca di significato, questa.

Qual è il ruolo della donna nella società contemporanea?

Angelo del focolaio? Partoriente? Gestante? Domestica ad honorem che stira, cucina, pulisce senza ricevere mai un grazie oppure sentirsi chiedere “ma tu, come stai?” Oppure è colei che va in giro con lividi che non sempre si vedono causati da piccoli esseri maschili?

Il giorno 25 novembre si è celebrata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

E tutti gli altri giorni? Non se ne parla?

Oh, certo che se ne parla! I telegiornali, i giornali, i mezzi di stampa raccontano quotidianamente di donne uccise, stuprate, violentate, vittime di stalking o persecuzione.

“Beh, se l’è cercata. Aveva la gonna troppo corta. I tacchi troppo alti. La maglia troppo scollata. Era troppo truccata. Aveva sorriso troppo. Aveva salutato. Stava passeggiando”.

Frasi che fanno rabbrividire, che congelerebbero il sangue anche se le ascoltassimo ad una temperatura percepita pari o superiore a 60°.

La vittima stava semplicemente vivendo!

Vi racconto un episodio. Qualche settimana fa, lessi il commento ad un post su un social network celeberrimo, riguardava una partita di calcio di Champions arbitrata da una donna.

Se la memoria non mi inganna le frasi che si inseguivano, come i chicchi di riso ad un matrimonio, suonavano più o meno così: “Dove siamo arrivati! Le donne, la vergogna di questo sport!”.

Raccolte le braccia da terra, perché erano metaforicamente cadute, cercai di capire se vi fossero requisiti imprescindibili per svolgere tale professione. Ho letto, tanto, forse troppo. Cercavo quel requisito, quello che magari avrebbe giustificato tale povertà d’animo dichiarata pubblicamente senza il minimo ritegno.

No, sono lieta di comunicare che non l’ho trovato. Tra i requisiti indispensabili non si fa assolutamente cenno al sesso.

Alla fine, ho capito che si trattava di una considerazione strettamente personale dettata dal retaggio culturale di colui che se ne vantava e ne faceva sfoggio come fosse un tutore della razza pura e perfetta.

Per alcuni esseri umani le donne dovrebbero soltanto occuparsi delle faccende domestiche.

La casa, il luogo ove si consuma la violenza domestica. Il numero di vittime è esponenzialmente cresciuto durante il lockdown. Lì ferme, immobili, ad annullarsi ed a rinunciare al sorriso. Ferme. Zitte. A tremare perché la cena non è pronta quando brontola lo stomaco del maschio, ad avere paura per quello che dei panni non stirati potrebbero scatenare.

A spalleggiare la violenza fisica vi è quella psicologica, addirittura forse più subdola e disgustosa. Questo genere di violenza è un tarlo che s’insinua nella mente, lentamente e costantemente. Violenza psicologica è anche convincere una donna della sua totale inutilità, della sua inadeguatezza, del suo essere inferiore.

Le violenze perpetrate ai danni della donna avvengono anche sul posto di lavoro.

Non mi riferisco soltanto alle violenze fisiche vere e proprie. Penso agli ammiccamenti, agli occhi che si bloccano su una scollatura che mette in vista la pelle del petto. Penso anche a quelle viscide mani che provano ad infilarsi sotto la gonna, promettendo “una buona posizione lavorativa”.

“Ti do questa promozione, ma tu cosa mi dai?” Le dimissioni, ecco cosa. È questa la soluzione che spesso le donne sono costrette a scegliere, perché un uomo rifiutato (soprattutto se è il capo) può rendersi veramente sgradevole, come se non bastassero le mani addosso.

Continuiamo il viaggio nel mondo delle donne?

Le relazioni iniziano e, in alcuni casi, giungono al termine.

Può succedere che l’amore finisca, che si scelga di prendere strade diverse perché insieme non si è più felici.

Nulla di più semplice e lineare, vero? Si tratta di libertà.

Ebbene, se è l’uomo che sceglie di porre fine ad una relazione non vi sono problemi, la donna deve accettarlo possibilmente senza lacrime, senza messaggi e senza chiamate perché l’uomo ha deciso ed è irremovibile.

E se, per caso, è la donna che opta per la chiusura? Nella migliore delle ipotesi, sarà additata come meretrice, nella peggiore sarà costretta a guardarsi le spalle in continuazione perché il suo ex potrebbe non accettare la decisione e potrebbe aggredirla, diffamarla, inseguirla, telefonarle continuamente anche nel cuore della notte.

Le donne possono e devono denunciare i casi di violenza, anche un solo dito addosso è violenza. L’Amore è sorriso, è gioia, è allegria. Non vi è nulla di amorevole nell’occhio nero, in una coltellata oppure in un colpo di pistola. Basta proteggere, convincersi di essere sbagliate e sperare in un cambiamento: denunciate!

Non deve essere la vittima di violenza a vergognarsi per il pensiero di voler denunciare ed allontanarsi da colui che potrebbe portarla alla morte, dovrebbe essere il piccolo uomo a vergognarsi.

Lo so, ne sono certa. Esistono uomini che condannano i maschi, uomini che affermano “le donne non si toccano!”, coloro che aiutano una donna in difficoltà senza chiedere nulla in cambio.

Esistono gli uomini che offrono il caffè per il sol gusto di chiacchierare con una donna.

Questo genere di uomini esiste. Probabilmente sono proprio loro che potranno insegnare ai maschi la meravigliosa arte di essere uomini che ragionano con il cervello e si assumono le proprie responsabilità, che accettano un “no” detto da una donna senza ricorrere alla violenza.

Il 2020 sta giungendo al termine, manca poco ormai e saremo nel 2021.

Non chiedo altro che rispetto per la donna. Rispetto per la vita.

Cari maschi, quando alzate le mani ad una donna ricordate che al mondo vi ha messo vostra madre, sorella di genere dell’essere umano a cui state facendo del male.

E se poi la voglia di tirare un pugno è così irrefrenabile iscrivetevi in palestra, andate a fare sport.

Riempiamo la vita di bellezza, di buoni sentimenti e sani comportamenti. L’essere umano ha dato abbondantemente dimostrazione di essere, in alcuni casi, peggio delle bestie.

Ogni volta che picchiate una donna, non diventate più forti ma rafforzate la vostra inferiorità. Non dimenticatelo!

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