“La cultura è donna”
COM-PRENDIAMO
Dalla nostra rivista “L’uomo e la donna: tra cronaca e disparità”
di Anna Lodeserto
“Aiutiamo gli afghani! Attiviamoci per tendere loro una mano. Non possiamo abbandonarli al loro destino!”.
Un mondo, finalmente, dove l’uno aiuta l’altro senza badare alla religione, al colore della pelle ed al mezzo di trasporto utilizzato per il viaggio.
Ebbene, suddetto spirito solidale è durato qualche giorno, per poi lasciare il posto alla doccia ghiacciata.
“Va bene aiutarli, ma proprio a casa nostra devono venire? Le donne ok, ma gli uomini sono tutti terroristi. Gli uomini no!”.
Ed ancora. Alcuni utenti hanno deciso di porsi un interrogativo piuttosto serio: “Ma il green pass ce l’hanno? Dopo tutti i sacrifici fatti, questi qua, ci portano il virus e poi ci chiudono un’altra volta! Per forza qui devono venire? Aiutiamoli a casa loro!”.
Vorrei poter scrivere che si tratta di frasi che ho inventato di mio pugno, ma così non è. Sono pensieri condivisi da utenti social, sparsi sull’intero territorio nazionale, che hanno conquistato menzioni e risposte delle più svariate. Si oscillava dai sostenitori a quanti non hanno perso occasione per esprimere il proprio parere contrario avvalendosi del supporto di un linguaggio abbastanza colorito. Certo, vi erano anche i moderati, che hanno dimostrato come la lingua italiana offra la possibilità di dissentire senza necessariamente scomodare termini offensivi ed insulti gratuiti.
Siamo a settembre, l’autunno è alle porte. Le temperature sempre più miti ricordano la necessità di portare con sé un giubbottino per la sera e, puntuale come ogni anno, è tornato il tanto atteso #collezioneautunnoinverno.
Quali sono i colori di tendenza? Come vestirsi per essere sempre al top? I jeans saranno di moda? Ed il giubbottino di pelle? Ma si potranno indossare capi colorati o è preferibile optare per il classico ed intramontabile nero?
Il look, si sa, è il bigliettino da visita con cui ci si presenta al mondo.
L’abito fa il monaco, sostengono alcuni. Altri, invece, poco badano al colore dell’anno ed all’abbinamento perfetto. Questione di gusti e di scelte personali.
Certo è che un selfie ottiene più like, e circola più facilmente, se si tiene conto dell’hashtag del momento.
Quindi, quali sono i colori di tendenza per questo autunno/inverno?
Oltre agli intramontabili, nero, bianco e grigio, si potrà essere alla moda indossando abiti, o accessori, color lavanda, blu, verde, fucsia, senape e cammello.
Mentre le donne in Italia sono libere di scegliere se seguire la moda, magari optando per l’acquisto di capi color lavanda, oppure un tubino, in Afghanistan i divieti per il gentil sesso piovono come gocce durante un temporale.
Tra gli ultimi divieti imposti dai Talebani, vi è il seguente: le donne non possono praticare il cricket.
La motivazione che hanno fornito recita “potrebbero dover affrontare situazioni in cui il loro viso, o il corpo, non siano coperti. L’Islam non permette che le donne siano viste così”.
Si potrebbe pensare che il divieto sia relativo soltanto allo sport succitato. Ed invece, a ben guardare, alle donne è fatto divieto di praticare sport, qualsiasi sia la disciplina scelta.
I Talebani hanno dichiarato che la religione vieta ciò, ma in realtà vi sono numerose atlete musulmane. Quindi, non è la religione quanto piuttosto un oscurantismo non solo pericoloso ma anche vigliacco, in quanto cerca spalle dietro cui nascondersi e su cui scaricare il peso di scelte violente.
Sì: vietare lo sport è violenza. L’ennesima, perpetrata ai danni delle donne.
Noi possiamo ben comprendere quanto sia importante per un essere umano praticare sport. Innanzitutto, benessere fisico, possibilità di scaricare la tensione e ridurre lo stress, possibilità di socializzare, di conoscere e confrontarsi con gli altri.
Noi possiamo scegliere come vestire, le donne afghane no. Devono indossare il burqa, altrimenti le frustate, la violenza verbale e non solo, saranno la punizione per aver disobbedito alle regole dei Talebani.
Noi possiamo utilizzare cosmetici, scegliere il colore dello smalto semipermanente. In Afghanistan, invece, i Talebani tagliano le dita.
Noi abbiamo la fortuna di poter studiare, di leggere e di ascoltare musica.
Lì no. Divieto. Ed ancora, non si può guardare la televisione e non si possono utilizzare i social.
Certo, questa è la situazione in Afghanistan.
Ma guardiamo, per un istante, a casa nostra. Anche qui vi è molta strada da percorrere quando si parla di donne e di parità. Indubbiamente, strade diverse.
In fin dei conti, la frase “tu non sai chi sono io” è deleteria. Produce, irrimediabilmente, effetti devastanti. Indipendentemente da chi la pronuncia, sia egli un talebano, un italiano, un locorotondese o chiunque sia.
Espressione chiara, e difficilmente fraintendibile, di una mentalità ignorante che vede l’uomo un gradino più in alto della donna, con tutti i benefici ed i diritti che, per personale ed autonoma decisione, egli si arroga.
Indipendentemente dall’outfit, non dimentichiamo di sorridere e di ridere.
È così bello ed importante ed ha un valore così grande, che i Talebani lo hanno proibito, proprio come gli uomini italiani che usano violenza contro una donna.
#ladonnanonèunhashtag