Libera Valle d’Itria. Presentazione del libro “Alle Mafie diciamo NOi”
IL PRESIDIO
A poco più di sei mesi dalla sua formazione il costituendo presidio si presenta alla cittadinanza con la sua prima iniziativa
Lo scorso 22 febbraio, a Martina Franca, si è tenuto il primo evento ufficiale del presidio Libera Valle d’Itria, che ha avuto l’onore ed il piacere di ospitare Giuseppe Gatti, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, e Gianni Bianco, giornalista Rai e redattore del Tg3; a quattro mani hanno scritto il loro ultimo libro, intitolato “Alle mafie diciamo Noi”, presentato ad un’assemblea molto interessata.
I due sono cresciuti insieme nella città di Bari, amici da una vita, diversi per attitudini ed inclinazioni professionali ma entrambi accomunati dalla loro fede in una democrazia vera ed un senso di legalità forte che può e deve essere strumento di sviluppo sociale, civile ed economico. Attraverso le loro esperienze, hanno raccontato con un tono comprensibile e diretto quanto i fenomeni mafiosi siano radicati nel nostro territorio, sottolineando l’importanza di una presa di coscienza collettiva della cittadinanza, il nesso strettissimo tra legalità e relazioni sociali, e come quest’ultime, tradotte nel ‘noi’, siano state di fondamentale importanza in alcuni territori per superare il sopruso e l’isolamento delle vittime.
La conversazione si è conclusa con l’intervento di Mario Dabbicco, coordinatore regionale di Libera, che ha invitato ad essere presenti il 21 marzo a Brindisi o nelle altre piazze d’Italia indicate come luogo di ritrovo per la giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia. Invito subito colto dal costituendo Presidio di Libera in Valle d’Itria: un esperimento ambizioso che si propone di mettere insieme realtà associative, strati sociali ed esperienze professionali e culturali tra loro diverse di tre comuni molto simili. Cisternino, Locorotondo e Martina Franca sono infatti legati tanto da un tessuto produttivo tradizionale che si snoda tra i settori dell’agricoltura, del tessile e dell’edilizia quanto dal più recente boom di presenze turistiche e dalla riscoperta di una forte attrattiva enogastronomica.
Su questi processi di cambiamento è tuttavia necessario vigilare, fare chiarezza per proteggere l’economia sana da quella sommersa e talvolta invischiata nel circuito della malavita e, in definitiva, l’identità stessa del nostro territorio. E’per questo che il Presidio di Libera si propone come interlocutore naturale di tutti i cittadini di buona volontà che coltivano quotidianamente il loro amore per la propria terra.
Antonio Palumbo