LocoVet, un centro veterinario specialistico per i nostri amici a quattro zampe

L’INTERVISTA

Locorotondo. Intervista al dott. Stefano Bruno, responsabile della clinica veterinaria eccellenza del nostro territorio

 

di Orazio Perillo

 

Dott. Bruno, partiamo dagli inizi. Ci racconti il suo percorso: da quanti anni esercita la professione di medico veterinario?

«Dopo essermi laureato a poco più di 23 anni presso l’Università di Bari con una tesi sperimentale, ho conseguito subito l’abilitazione. Ho iniziato con l’acquisto di un’ambulanza veterinaria mettendomi al servizio dei vari ambulatori fra Martina Franca e Taranto. Poi nel 2005 ho iniziato qui a Locorotondo, cercando di crescere per offrire un servizio sempre più specializzato, in quella che per me è una mission più che un lavoro».

Quando nasce in lei la passione per il mondo animale?

«Fin da piccolo mi è bastato guardare negli occhi gli animali per far maturare in me l’idea di poter fare qualcosa per loro. Con questo non voglio peccare di presunzione e far passare l’idea di essere il salvatore della patria. Ma quando vedo un animale tornare a camminare, star meglio e magari scorgere il sorriso delle persone, provo tanta soddisfazione. Sapere di aver ridato sollievo ad un essere vivente e ad una famiglia è una cosa bellissima. Ed è quello che cerchiamo di fare e trasmettere in questa clinica».

LocoVet è un’eccellenza del nostro territorio. Ci parli della nuova struttura di via San Giovanni Bosco, inaugurata lo scorso 23 novembre. Quali nuovi servizi sono stati introdotti?

«La vecchia sede di via Martiri delle Libertà la considero un rodaggio. È nata lì l’idea di mettere insieme tante persone e professionalità. Nel corso di questi anni abbiamo standardizzato diverse procedure, sviluppato tutte le specialistiche: neurologia, dermatologia, gastroenterologia, ecc. Vi è un’organizzazione piramidale nel pieno rispetto di determinati protocolli sanitari, con la specialistica che interviene nei casi particolari, con l’obiettivo di ridurre al minimo quello che è l’errore. Servivano gli spazi, quindi il cambiamento di sede è stato necessario per motivi logistici. Fra le novità introdotte segnalo neurochirurgia e diagnostica avanzata».

Quanti professionisti sono impegnati?

«Fra collaboratori, professionisti e dipendenti siamo intorno alle 40 persone. Abbiamo sposato tutti un’idea che ci ha permesso in un certo senso di selezionare chi si rivolge a noi. In questo mestiere serve molta sensibilità e molta protezione che ci fa avvertire una responsabilità sia nei confronti dell’essere vivente che della persona che si ha davanti, che non consideriamo un semplice cliente».

Quanto è contento di aver realizzato questa clinica?

«Sicuramente soddisfatto perché frutto di un cammino di continua crescita. Mi ritengo molto fortunato ad aver avuto la possibilità di intraprendere questo percorso. Ci vuole molto coraggio soprattutto in questo periodo storico ma penso che se ami quello che fai realmente ottieni sempre il meglio. In tutta sincerità dico di essere stato contento soprattutto la settimana successiva all’inaugurazione: abbiamo evitato cinque sicure eutanasie per animali che senza questa struttura sarebbero stati impossibilitati a spostarsi in centri più grandi. È un risultato che mi riempie di orgoglio e fa venire i brividi».

Ci sarà mai la possibilità di vedere una struttura ospedaliera di questo tenore nell’ambito pubblico?

«Sarebbe bello lavorare nel pubblico con l’idea che applichiamo qui ma ad oggi non ci è concesso. Ci sarà questo momento, forse sarà molto lontano. Noi essere umani ormai tendiamo a chiuderci sempre di più e l’animale, gatto o cane, iguana o serpente che sia, ci dà delle emozioni che noi probabilmente non riusciamo più a trasmetterci fra persone».

Considerata la sua esperienza, nel corso degli anni sono cambiate le problematiche e le patologie degli animali domestici?

«Sono sicuramente cambiate, basti pensare che prima si moriva a causa di una semplice gastroenterite e ora non più. Quello che vediamo è che, ad esempio, cani e gatti sono diventati più longevi e quindi abbiamo più spesso a che fare con patologie dell’età adulta».

Quindi possiamo affermare che oggi, rispetto al passato, vi è maggiore consapevolezza e attenzione da parte dei proprietari nei confronti degli animali domestici?

«Sicuramente, soprattutto nelle nuove generazioni. La gestione dei proprietari rispetto a prima è sicuramente migliorata. Purtroppo però avverto ancora una certa diffidenza da parte di chi non ha animali, quasi a voler far sentire in difetto chi ne ha o noi che operiamo in questa struttura. E di questo mi spiace. Purtroppo sono ancora in molti a pensarla così».

Quali sono i comportamenti sbagliati e più comunemente diffusi fra i proprietari?

«Può capitare che il proprietario possa interpretare alcune cose in modo sbagliato e generalmente, come nella medicina umana, la prevenzione è un’arma vincente. Una delle difficoltà del nostro mestiere sta nel dover interpretare un paziente che ha una capacità di sopportazione superiore alla nostra ma che non parla».

Quali consigli si sente di dare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di medico veterinario?

«Fatelo, non sono uno di quelli che vuol impedire di intraprendere questo percorso dicendo che è tutto difficile. È una missione come ho detto prima, uno dei mestieri più belli del mondo, soprattutto ora che le condizioni lavorative sono migliorate. Ne è un esempio la nostra struttura. Poi oggi le nuove tecnologie ed i modelli organizzativi aiutano molto».

In conclusione, ringraziandola per la disponibilità, c’è un suggerimento che vorrebbe dare a tutte le persone che posseggono o hanno intenzione di prendere un animale domestico?

«È un impegno importante per il quale bisogna avere tanta dedizione e la giusta consapevolezza. Ma secondo me in alcune situazioni della vita prendersi cura di un animale domestico migliora il percorso di ognuno di noi».

[Intervista pubblicata sulla rivista Agorà, numero Dicembre 2022]

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