Non c’è futuro senza memoria
L’EDITORIALE
Dalla nostra rivista “Amministrare la cosa pubblica significa anche affrontare questi temi: lo diciamo ai teorici del benaltrismo e del ‘ci sono cose più importanti'”
di Orazio Perillo
Partiamo da una premessa, da cittadini che amano e vivono in questa città: Locorotondo non merita né ora né mai di finire sotto i riflettori in chiave negativa. A noi piace raccontare di talenti locali emergenti, di vittorie sportive, di inziative di successo legate a Locorotondo e a locorotondesi. Certo, non è la prima volta che la nostra città subisce una gogna legata al fascismo di ritorno. E nemmeno noi vogliamo ricordare in questa sede quelle situazioni del passato, che hanno imbarazzato non poco.
Ma è anche giusto non dover nascondere la polvere sotto il tappeto, come si è provato a fare sulla mancata revoca della cittadinaza a Mussolini, respinta dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio Comunale.
Qualcuno potrà facilmente liquidare la cosa affermando che questa città sia fascista. Non sarebbe veritiero metterla in questi termini: una città, la nostra, che sicuramente ha una maggioranza conservatrice, né più né meno di altre realtà, che magari si è lasciata trascinare da chi quell’area politica l’ha egemonizzata. Le celebrazioni istituzionali del 25 Aprile e le parole pronunciate nel centenario dell’omicidio fascista di Giuseppe Di Vagno hanno fatto respirare un po’ di normalità in città grazie al sindaco Antonio Bufano.
Nessuno vuol dare lezioni di storia, sia chiaro. Ma è stato inaccettabile ascoltare nella massima assise comunale tesi revisioniste dal relatore di maggioranza con il silenzio quanto mai assordante della restante parte della stessa. Silenzio che ha fatto più male delle parole pronunciate in aula.
Prendiamo atto della presa di posizione arrivata qualche giorno fa dal sindaco Bufano che si è dichiarato convinto antifascista (conoscendolo non ne avevamo mai dubitato) e che ha confermato la bontà della mancata revoca. Dichiarazioni che potevano essere riportate nel luogo adatto, in Consiglio Comunale, rendendo la discussione quantomeno più matura. E magari poteva essere l’occasione per spiegare meglio la tesi secondo cui “la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini avrebbe cancellato la storia o portato ad un atto di revisionismo del Consiglio Comunale”. La verità, e lo diciamo a malincuore, è che purtroppo il calcolo politico sembra averla fatta ancora una volta da padrone anche sulle proprie convinzioni, con le giustificazioni addotte che sanno tanto di pezze peggio del buco.
Amministrare la cosa pubblica significa anche affrontare questi temi: lo diciamo ai teorici del benaltrismo e del “ci sono cose più importanti”. Sono tante le questioni che toccano ancor più da vicino la vita quotidiana delle persone, non ci sono dubbi. Ma riaffermare i principi su cui si fonda la nostra Repubblica, sanciti nella Costituzione, non è che la base per qualsiasi tipo di confronto anche fra chi oggi ha l’onere e l’onore di rappresentare le istituzioni e decidere delle sorti della città. Riaffermarlo non potrà mai essere una perdita di tempo, d’altronde la discussione in Consiglio ci era arrivata.
Nel 2021 il valore dell’antifascismo pensavamo fosse ormai cosa assodata. E a dirlo qui non sono nostalgici di Stalin. Lo ricordiamo soprattutto a chi in questi contesti e forti del megafono social tende sempre a banalizzare la questione, riducendo il tutto alla solita stucchevole diatriba fra rossi e neri, rimbalzandosi nefandezze storiche di regimi dittatoriali e criminali, quasi come in una partita di ping pong. Si, siamo in un’epoca lontana da quel periodo buio della storia italiana ma non per questo non meritevole di essere ricordato e condannato. A maggior ragione oggi, in un momento storico contrassegnato da forti tensioni e nel pieno di un’emergenza sanitaria, in cui a sproposito si grida alla dittatura.
Per questo meritano rispetto i ragazzi che hanno organizzato la manifestazione antifascista dello scorso 8 ottobre, a cui va la nostra vicinanza per gli attacchi offensivi e gratuiti ricevuti via social, frutto spesso della frustrazione degli stessi autori. A quei ragazzi abbiamo voluto dedicare la copertina di questo numero con lo scatto di Alfredo Neglia, che ringraziamo per la gentile concessione: a loro va dato il merito di averci ricordato l’importanza della memoria perché solo la memoria ci può aiutare a costruire il futuro, il miglior futuro possibile.
[Editoriale di Ottobre 2021, pubblicato sulla rivista Agorà]
[Foto in evidenza di Alfredo Neglia]