Nuovo stile di vita al tempo del Coronavirus
COM – PRENDIAMO
Dalla nostra rivista “(…) E prenditi il tempo perché la tua lentezza è l’equilibrio per restare in piedi (…)”
di Anna Lodeserto
Lentezza è un brano di Piero Pelù, secondo singolo estratto dall’album In faccia il 1 settembre 2006. La pandemia ci ha costretti a rallentare i ritmi frenetici di una vita intensa, costellata di impegni e di corse contro il tempo. Una serie di telefonate, messaggi, sveglie ci ricordavano gli impegni quotidiani. Indipendentemente dalla natura dell’impegno eravamo schiavi dell’orologio e dei ritmi imposti dalla società.
Le lancette si susseguivano inesorabilmente alla stessa velocità con cui si schiacciava l’acceleratore per sorpassare quel mezzo agricolo che ” ci faceva perdere tempo”.
“Un giorno ci prendiamo un caffè, una sera ceniamo insieme”, frasi a cui seguiva un “va bene” consapevoli che ciò non sarebbe stato possibile nell’immediato perché altri impegni avrebbero avuto la meglio.
E poi sulle nostre teste è piovuto il Decreto. È entrato senza preavviso nelle nostre vite imponendo ritmi completamente diversi.
“Restate a casa”. Shock, panico!
Ed eccola lì, in sordina che ci aspettava: la lentezza con tutti i suoi aspetti positivi.
Niente più caffè al volo o colazione veloce al bar. No! Colazione a casa. Caffè, latte, thè, brioches gustati con calma, senza l’orologio che impone di bere il caffè anche se brucia come lava incandescente.
Basta con il panino per chi lavora lontano da casa. Si pranza a casa, si cena a casa. E si, è possibile fare anche un aperitivo.
“Ma non vedo i miei amici” e chi lo ha detto? I social offrono la possibilità di avviare conversazioni e videochiamate di gruppo. L’ aperitivo è servito!
Certo, non si condivide lo stesso tavolino ma si può ugualmente parlare, confrontarsi, vedersi. Anzi, volete mettere il vantaggio di parlare senza occhi indiscreti ed invadenti che sembrano intimare di velocizzare il tuo happy hour perché il tempo a disposizione è terminato?
E le conversazioni? Avete notato che adesso si ha tempo per parlare, anche e soprattutto in famiglia. Con calma, lentamente, senza fretta. Raccontarsi e confrontarsi senza necessariamente affrontare più discorsi contemporaneamente perché “parlare con te è un’impresa, non ci sei mai!”.
Vi siete accorti che adesso anche in fila al supermercato o in farmacia (ovviamente all’esterno del locale e mantenendo la distanza minima di un metro) le discussioni scaturite da ” Scusi, guardi che è il mio turno, rispetti la fila. Cavernicolo!”, si sono drasticamente ridotte? Anzi, adesso si parla in modo pacato e si ride anche insieme.
In questo periodo si sta dando importanza alle piccole attenzioni, alla quotidianità straordinaria. Il motivo? Abbiamo tempo!
Nella vita pre – pandemia spesso non si aveva tempo per un abbraccio, una carezza, un bacio ad un proprio caro (genitore, figlio, compagno non fa differenza).
Ci voleva davvero un virus per farci comprendere che quando si corre si arriva prima a destinazione ma non si gode pienamente del panorama?
Quando l’emergenza sanitaria sarà un lontano ricordo non dimentichiamo quello che di buono abbiamo imparato. Non permettiamo che i buoni sentimenti tornino in soffitta per fare spazio, nuovamente, ad uno stile di vita adatto alle macchine non agli uomini.
[Foto di Annagrazia Palmisano]