“Una storia da raccontare”: l’IISS Basile Caramia-Gigante onora la memoria di Palmina Martinelli…
“Chi ti ha fatto del male?”, chiese amorevolmente il Pubblico Ministero Magrone alla povera quattordicenne. Per tre giorni e tre notti il dott. Fiore, nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari, tentò di svegliarla dal coma farmacologico indotto. Ci riuscì. Palmina, con un filo di voce, rispose a Nicola Magrone: “Giovanni ed Enrico”.“Cosa ti hanno fatto?” – domandò il Pm -. “Alcol e fiammifero” fu la sua replica.
La deposizione fu registrata ma la legge, evidentemente, non è uguale per tutti… o perlomeno per la bambina (perché questo era) Palmina Martinelli, mai fu benevola. Questa è la morale nefasta emersa dalle assoluzioni della Cassazione e passate in giudicato nell’ormai lontano ’88. Già… sono passati tanti anni, ma grazie alla ricerca di verità mai doma della sorella Mina Martinelli, un nuovo filone di inchiesta è stato aperto dal Pm Simona Filoni: “omicidio volontario a carico di ignoti” è l’ipotesi di reato.
Con le assoluzioni inoppugnabili degli anni ’80, l’intento è di fare finalmente chiarezza indagando su delle eventuali complicità agli aguzzini della giovane. Ma noi, in fondo, l’amara verità storica la conosciamo: il pomeriggio dell’11 novembre 1981 Palmina venne arsa viva nella sua abitazione a Fasano.
Una storia, quella di Palmina, che a distanza di 36 anni dalla sua morte – il 2 dicembre ’81 – deve suscitare una presa di coscienza anche nella nostra comunità, a quel tempo fin troppo silente nonostante il ruolo nevralgico detenuto dalla locazione prediletta per il giro di prostituzione: la Chiesa sconsacrata di Sant’Anna. Tutti sapevano, ma nessuno parlava. Questo è l’intento lodevole promosso dal corpo docente e dal dirigente scolastico “IISS Basile Caramia-Gigante”, prof. Raffaele Fragassi.
“Una storia da raccontare” è il nome dell’evento organizzato lo scorso 1° febbraio presso l’Auditorium Boccardi. In seguito al toccante spettacolo “Amata terra mia”, scritto e diretto da Giovanni Gentile ed interpretato magistralmente da Barbara Grilli, ha avuto luogo l’atteso dibattito.
A moderare con rinomata enfasi, il prof. Tonio Salamina: “In questa storia va di scena la violenza, l’orrore, la criminalità, ma attenzione vi è anche la libertà, la dignità e l’onore – ha esordito -. Palmina è una ragazza dolce, pulita, bella che alla fine non sognava altro che andare a scuola, fare la Cresima, fidanzarsi, sposarsi ed avere una famiglia…”. Spostando poi l’attenzione sull’attuale sindaco di Modugno: “Il Pm Nicola Magrone è una figura leggendaria che lotta come un gladiatore perché sa che a Palmina i giudici non crederanno… lei è povera, non ha gli avvocati buoni, non è figlia di potenti e il suo intento è quello che non venga sfregiata una seconda volta… oltre ad essere stata bruciata dagli aguzzini, il rischio è che venga messo a repentaglio il suo onore e la sua dignità…”. Applausi scroscianti.
Molto sentito l’intervento dell’Ass. ai Servizi Sociali, Rossella Pulli: “Mi sento di rappresentare la sensibilità di ogni cittadino dinanzi a questa storia successa tanti anni fa, ma che non riusciamo ancora a scrollarci di dosso dandole la dovuta giustizia…”.
Il momento più atteso… è il turno del protagonista positivo di questa tragica storia, l’ormai ex Pm Magrone prende la parola: “Quella di Palmina, in realtà, è una storia contemporanea. Le donne che oggi subiscono una violenza sono tutte Palmina… – ha dichiarato soffermandosi sulle sentenze passate in giudicato – In 1° grado ci dissero che non era sufficiente la prova della registrazione per l’accusa di omicidio. Se al 1° e 2° sentenziarono l’insufficienza di prove, in Cassazione gli imputati furono assolti perché ‘il fatto non sussiste’. Quest’ultima sentenza è da considerarsi un crimine contro l’umanità!”. E badate bene, cari lettori, il dott. Magrone è tutt’altro che un giustizialista ma bensì figura estremamente mite, che alle parole dà sempre il giusto peso.
A prova ulteriore di un parterre di relatori molto ricco, a prendere il microfono è un’altra figura storica… l’allora giovane – ora un po’ meno, ci perdonerà, specie dopo l’esperienza da Sindaco di Fasano – medico Asl che al Pronto Soccorso si prese cura della giovane arsa viva: il dott. Lello Di Bari. Questo il suo intervento: “Siamo sempre stati convinti che una ragazza di 14 anni, raccontando i fatti in agonia con quella spontaneità per poi essere risvegliata con tanta pazienza da uno stato di coma farmacologico indotto, non possa assolutamente mentire. Palmina disse la verità”.
Cos’altro aggiungere sul dibattito? Forse nulla… anzi no, faremmo un torto ai tanti giovani studenti concentrati nell’apprendere una storia, sì, forse vecchia nel tempo, ma mai così attuale nella lotta per i propri diritti: il coraggio di saper dire No alle brutalità.
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