Premio Loco giovani a Giovanni Fortunato Angelini

L’INTERVISTA

Dalla nostra rivista “La musica è tutto, non mi ha mai tradito”










 

 

a cura di Anna Lodeserto

 

Giovanni Fortunato Angelini riceverà il Premio Loco Giovani, assegnato dal CESM, il 14 agosto durante la cerimonia che si volgerà sul sagrato della Chiesa Madre.

Giovanni Angelini è un musicista locorotondese, il cui rapporto con la musica (e la batteria nello specifico) è nato molti anni fa, sin da giovanissimo.

Dopo la formazione al Conservatorio Nino Rota di Monopoli, nella classe percussioni classiche, ha proseguito i suoi studi a Roma. Formazione fondamentale per l’avvio della propria carriera di successo come batterista.

Nel corso del tempo numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti durante festival di jazz dove, tra l’altro, si è contraddistinto per la versatilità del proprio repertorio.

Molto spesso si dice che la tecnologia non renda reale merito alle emozioni, renda tutto freddo. Ci tengo a dissentire, nel caso specifico, da questa affermazione.

L’amore viscerale che lega Giovanni alla musica è trapelato nonostante la fredda tecnologia.

Giovanni, cosa è per te la musica?

Probabilmente, tra le domande più scontate che si potessero porre. Ed invece, una semplice domanda a cui il batterista ha risposto senza filtri lasciandosi trasportare dall’emozione.

“La musica è tutto – ha affermato Giovanni – non mi ha mai tradito. Il nostro è un rapporto sincero, basato sul rispetto. Io devo rispetto alla musica, perché sicuramente lei mi ha dato molto più di quello che ho potuto darle io. Fedeltà, alla musica ed all’arte in genere. Suonando la batteria, ho un rapporto con la musica profondamente basato sul tatto. La batteria è un modo per esprimermi, per farmi apprezzare oppure criticare, perché al pari di ogni musicista siamo sottoposti al giudizio degli esperti del settore e del pubblico. Vivo di musica, e la musica è anche adrenalina”.

In questi mesi in cui la pandemia ha assorbito tutte le attenzioni con conseguenti modifiche del modus vivendi, il settore che ha sofferto particolarmente la crisi è stato quello legato al mondo dell’arte, della cultura e della musica.

“Sarebbe interessante – ha dichiarato a tal proposito il musicista – ripartire dall’arte e dalla musica. Sarebbe intelligente dar spazio alla cultura. La musica ha il potere di unire, di favorire l’aggregazione. Certo, parlare di aggregazione in un periodo in cui sono vietati gli assembramenti sembra un controsenso, ed invece sarebbe sufficiente avvicinarsi al mondo culturale nel rispetto delle norme imposte”.

Come hai vissuto il periodo di lockdown?

“Ho composto tanta musica, mi sono messo nelle condizioni di finire un lavoro che sarà il mio secondo disco di inediti. Ho sfruttato il momento, in realtà avrei dovuto lavorare con i musicisti proprio in quei mesi alla riuscita del disco, lo sto facendo adesso. Ho, però, avuto modo di riflettere su tutto quello che avevo già preparato, è stato comunque un momento costruttivo”.

Cosa rappresenta per te il Premio Loco Giovani?

“Ne sono profondamente felice, orgoglioso. Vuol dire che qualcuno ha dato credito a quel poco che sono riuscito a dare alla musica fino ad oggi. Perché ripeto, è la musica che ha dato molto più a me. È un riconoscimento che mi inorgoglisce, però come tutte le cose mi fa pensare al futuro; per me è uno stimolo a guardare chi fa meglio di me, sono step belli da vivere ma da cui partire per far sempre meglio”.

Ripartiamo dalla cultura, dalla musica, dall’arte. L’ho ripetuto molte volte e non mi stancherò mai di farlo. Quando si ha la fortuna di poter intervistare un musicista spontaneo, sincero e che vive di emozioni e di arte come Giovanni Angelini non si può far altro che convincersi maggiormente che la cultura è il motore trainante della rinascita e ripartenza.

“Pe me la musica è sempre stato un catalizzatore di qualsiasi sentimento, di tutte le energie, ho un rapporto con la musica profondamente interiore; ho sempre pensato che senza la musica, senza la batteria, non so cosa sarei stato in grado di fare. Per me – ha concluso Giovanni Angelini – la musica è qualcosa da rispettare, da amare sempre; quasi da sponsorizzare adesso che si ricominceranno a fare i concerti, perché comunque l’arte e la cultura sono importanti; dobbiamo essere bravi a ricominciare ad aggregarci nelle forme corrette con rispetto di tutto, della musica, della gente, di tutti”.

[Foto in evidenza di Locus Festival]

 

Agorà Blog

Blog e mensile cartaceo dei trulli e delle cummerse di Locorotondo. Ci occupiamo di attualità, politica, società e tanto altro...