Enoturismo strategico per il futuro economico della Valle d’Itria

VENDEMMIA 2018

Il bilancio di quest’anno in Puglia e in Valle d’Itria

La vendemmia 2018 in Valle d’Itria è quasi conclusa, fatta eccezione per alcuni vigneti con produzioni tardive, come il susumaniello. Si possono già tirare le conclusioni.

Le previsioni di Assoenologi a livello nazionale stimano una abbondante produzione di mosto, superiore di circa 10 milioni di ettolitri rispetto al 2017. Tutte le regioni italiane valutano consistenti incrementi produttivi con punte anche del 30/35% soprattutto nel centro Italia; ricordiamo che la produzione dello scorso anno era stata falcidiata dalla siccità, anche se di eccellente qualità.

La vendemmia del 2018 con la previsione di 55,8 milioni di ettolitri di mosto si classifica al secondo posto nella produzione degli ultimi vent’anni; solo il 1999 può rilevare un quantitativo maggiore, 58,1 milioni di HL.

Per la Puglia l’annata 2018 ha rappresentato una vera battaglia, i vignaioli in trincea si sono difesi con tutti i mezzi a disposizione, trattamenti, potature verdi per l’eccessiva vegetazione creata da abbondanti precipitazioni che hanno creato ripetuti ristagni di umidità sulla pianta,  favorendo gli attacchi di peronospora e il temuto mal dell’esca, in particolare nella parte ionica della regione con la varietà Primitivo, e con la strategica vendemmia anticipata anche in presenza di una non perfetta maturazione fenologica,  che ha  richiesto un particolare impegno degli enotecnici  che con la loro esperienza in cantina dei mosti  a disposizione, produrranno degli ottimi vini dal millesimo 2018.

Battaglia vinta dai nostri vignaioli, visto che sulla base delle stime di Assoenologi, la Puglia diventa la regione più produttiva, con 11,9 milioni di ettolitri;  pertanto dopo diversi anni ritorna al primo posto nella classifica delle regioni più produttive, seguita dal Veneto, dall’Emilia Romagna e dalla Sicilia; in Puglia ci sono stati casi di vigneti che hanno prodotto anche il + 100%, naturale una abbondanza di produzione,  tuttavia va a discapito della qualità e per questo le aziende di prestigio hanno adottato il diradamento dei grappoli per rientrare nei disciplinari.  

In Valle d’Itria le stime riportano una produzione con un segno più 20% in confronto a quelle del 2017, in linea con i dati delle regionali.

Il clima più mite sicuramente ha favorito le uve bianche Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano e Minutolo con una interessante maturazione olfattiva e con parametri ottimali di acido citrico che darà pregio ai nostri vini che hanno come punta di forza la freschezza e il profumo, caratteristiche molto apprezzate dagli eno-viaggiatori che arrivano in Valle d’Itria.

Cresce l’interesse e i numeri dei viaggiatori nei territori dove l’economia dell’Enoturismo e con ancora un orgoglio della cultura del territorio. Dall’indagine Qualità svolta tra i Consorzi di Tutela, l’enogastronomia è fondamentale e motiva un turista estero su due (48%) a venire in Italia ed è primario anche per i viaggiatori Italiani visto che quasi due su tre ritengono importante la presenza di un’offerta legata al vino e al cibo per organizzare i viaggi.

Anche la storia della Valle d’Itria è basata sulla cultura del vino. Questa economia illimitata e rinnovabile, ripresa da aziende private a fatica e senza aiuti dalle istituzioni, sta dando risultati con numeri di presenze importanti, ma deve essere progettata e coordinata coinvolgendo il livello territoriale (percorsi e strade dei vigneti, tutela del suolo e del paesaggio a vigneto, consorzi di tutela o richieste di riconoscimento come Paesaggio rurale di interesse storico” dal Ministero delle Politiche Agricole).  Tuttora le richieste di aiuto e le iniziative delle singole aziende cadono nel vuoto, senza risposta.   

Mi chiedo quale sia l’orgoglio per la propria cultura e del proprio territorio in cui si ha un’amministrazione senza che si contribuisca alla messa in opera di progetti e azioni capaci di valorizzare l’economia della cultura del vino. Si potrebbe iniziare da un piccolissimo segnale con il ripristino della cartellonistica con la scritta “Città del Vino Bianco”, rimossa da anni e mai riposizionata.

Ultima nota è dedicata a nostri “Dottori del vino”, ovvero gli enologi della Valle d’ Itria, che con la loro preziosa professionalità e i loro nuovi progetti, esaltano e fanno eccellere i nostri vini e il nostro territorio, ricevendo dai concorsi premi e riconoscimenti, senza mai una volta ricevere adeguati riconoscimenti pubblici locali.

Alfredo Neglia

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