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Grano: il Ministero si accinge a far partire la tanto attesa CUN

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Alla Camera, il sottosegretario Alessandra Pesce conferma l’imminente costituzione della Commissione Unica Nazionale, divenuta realtà nel 2015 grazie ad un emendamento del deputato pugliese L’Abbate (M5S)

 

Controlli sulle importazioni, trasparenza dei prezzi all’origine, qualità delle produzioni e sostegno economico ai contratti di filiera ma, soprattutto, la costituzione in tempi brevi della Commissione Unica Nazionale per il grano duro per favorire il dialogo interprofessionale e rendere più trasparente la formazione del prezzo. Sono questi gli aspetti su cui si sta concentrando il lavoro del Ministero delle Politiche Agricole per fronteggiare il drammatico crollo dei prezzi che si attesta al di sotto dei 18 euro al quintale, un prezzo che non riesce neppure a coprire i costi di produzione. Una situazione che soffre della concorrenza sleale del grano importato dall’estero, che copre il 30% del fabbisogno nazionale.

Il Tavolo della filiera intende discutere presto, a livello tecnico, i dettagli per l’avvio della CUN”; a dichiararlo in Commissione Agricoltura a Montecitorio Sottosegretario alle Politiche Agricole Alessandra Pesce.

Non posso che esprimere la mia totale soddisfazione per uno strumento, quello della Commissione Unica Nazionale, divenuto legge grazie ad un mio emendamento alla legge 91 del 2015 con cui sono state eliminate le vetuste Borse Merci (datate 1913)commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S)Devono esserci nuove e moderne norme di trasparenza e concorrenza che possano far sì che la redditività venga adeguatamente spalmata lungo tutta la filiera. Mi auguro che si faccia presto con i tempi e che non sorgano conflitti, utili per nessuno”.

Ma il Ministero è impegnato a sostenere la filiera anche con risposte di medio periodo, ad esempio, attraverso il supporto agli investimenti in moderni siti di stoccaggio che possano valorizzare la materia prima di qualità italiana e garantire un migliore approvvigionamento delle industrie di trasformazione. “Il nostro obiettivo è ampliare altresì gli spazi di presenza e promozione della pasta italiana all’esteroha proseguito il sottosegretario Pesceper consentire anche ai consumatori stranieri di comprendere il valore aggiunto della nostra tradizione e della nostra qualità garantita. Lo scorso 20 dicembre, inoltre il ministro Centinaio ha già avviato un dialogo concreto con tutta la filiera grano/pasta, dalle organizzazioni agricole, ai trasformatori fino alla grande distribuzione organizzata. In questa sede,continua l’esponente in quota 5 Stelle del Governo Conteè stato confermato l’impegno a sostenere i contratti di filiera con uno stanziamento di 20 milioni di euro. Infine, il pagamento dei 10 milioni di euro del Fondo nazionale cerealicolo che, per il primo anno, prevedeva un pagamento di 100 euro ad ettaro agli agricoltori in contratti di filiera almeno triennali coinvolge, attualmente, circa 72mila ettari e 6mila aziende”.

Passi importanti per il settoreconclude Giuseppe L’Abbate (M5S)che, purtroppo, paga lo scotto di anni di mancata pianificazione e visione di quello che deve divenire questo importante fetta del made in Italy agroalimentare”.

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