Piano Sicurezza per il Centro Storico: confronto fra INNOVA e Amministrazione

POLITICA

Dalla nostra rivista ‘Il primo cittadino di Locorotondo: «Prendiamola come una raccomandazione a discuterla nel Comitato di sicurezza». Ma le distanze con INNOVA sono evidenti…’

 

Come volevasi dimostrare è stato il tema cardine all’ultimo Consiglio Comunale del 28 dicembre, con la richiesta del gruppo INNOVA Locorotondo di “discussione sul Piano di evacuazione ed emergenza nel Centro Storico”.

Come ricorderete, prima dell’entrata in vigore del “Decreto Natale”, le viuzze ed i vicoli del borgo antico sono divenuti meta di tantissimi visitatori. Tutto molto bello se non fosse che ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia mondiale.

L’Amministrazione Comunale l’11 dicembre – a pochi giorni dal banco di prova all’Immacolata – in una diretta Facebook, dopo aver palesato in mattinata un piano sicurezza per la gestione dei flussi, ha comunicato la decisione di fare affidamento al cosiddetto buon senso dei visitatori.

Una scelta che ha lasciato molto discutere, fino al confronto istituzionale tenutosi all’assise del 28 dicembre. La capogruppo di INNOVA Marianna Cardone con il suo intervento ha fatto da apripista ad un piano messo a punto dalla compagine di opposizione (clicca qui): «Il Piano Sicurezza nasce da quello che è accaduto durante questa pandemia e durante le festività, ma non in senso negativo, perché ben venga che gli imprenditori del centro storico abbiano reso di nuovo meraviglioso il nostro borgo, ma, proprio per tutelare questi sacrifici e la vita quotidiana di chi vive il centro storico e non, è doveroso predisporre uno strumento che, se serve, ce l’abbiamo nel cassetto…». A presentarlo, facendo uso di un proiettore, il consigliere comunale Giovanni Oliva: «Quella che vedete è una piantina del bellissimo centro storico. Ci sono tre percorsi con tre colori. Due turistici collegati alle luminarie o agli eventi, uno, quello centrale azzurro, collegato alla fruizione del centro storico per andare in chiesa e uscire in sicurezza. Tutto il resto delle strade – sottolinea Oliva – sono accesso esclusivo ai residenti e alle attività commerciali…».

Entriamo nel dettaglio del prospetto: i varchi predisposti sono 8 con 3 percorsi a senso unico. Il primo riguarda il tragitto per residenti e fedeli: si entra da piazza Vittorio Emanuele, si esce da via Vittorio Veneto. Il secondo tragitto, per i visitatori, parte da Piazza Dante e termina in Via Giannone. Trattasi di un percorso che costeggia la Chiesa dell’Addolorata, quindi per INNOVA un lato meno frequentato nel centro storico. L’ultimo percorso è attinente al flusso maggiore di visitatori, concentrato per il sistema attrattivo messo in piedi da attività commerciali con le installazioni: ingresso da Porta Nuova, uscita da Largo Piave.

«Abbiamo bisogno di pensare al futuro – conclude il cons. Oliva -, questo non è un Piano di sicurezza per le luci di Natale, ma per gli eventi. A San Rocco possiamo iniziare a gestire in maniera diversa la situazione. Noi chiediamo questo».

Il primo a prendere la parola dalla maggioranza è il Vicesindaco Vito Speciale: «Credo che i temi da affrontare siano due, uno di carattere politico ed uno tecnico. Quello politico – dichiara – che si è sbandierato da una parte e dall’altra sui social in questi giorni, quindi c’è la fazione a favore dei percorsi, delle chiusure, e poi c’è la parte (mi ci metto in mezzo anch’io) del controllo, non tanto del buonsenso perché anch’io non ci credo tantissimo… Ma abbiamo creduto, semplicemente per il fatto che, dato il periodo, quindi la pandemia, che i numeri avuti l’anno scorso non si sarebbero verificati anche quest’anno. Si è creduto – osserva il Vicesindaco – semplicemente di rafforzare (approfitto per ringraziare con le Forze dell’Ordine, la Polizia locale, i Carabinieri, Uomo Duemila e le associazioni di volontariato) i controlli e le azioni di prevenzione, anziché chiudere o mettere in campo un vero e proprio Piano di sicurezza».

Le osservazioni fatte dal Vicesindaco, sul piano tecnico, sono invece legate al numero totale di varchi nell’area, circa 35. Nel piano ne sono previsti 8, tutti gli altri andrebbero comunque controllati con la presenza di un vigile o volontario, oltre che transennati. Inoltre viene rammentato di non cadere nell’errore di redigere Piani Sicurezza che poi, nell’atto pratico, assumono tratti di difficile realizzazione.

A c’entrare il punto però è la consigliera comunale di INNOVA, Grazia Ruggiero: «Percepisco, da parte di questa Amministrazione, un atteggiamento remissivo e quasi come a fare spallucce per quello che, purtroppo o per fortuna, capita….Se vogliamo essere un paese all’altezza della “concorrenza” positiva dei comuni limitrofi – dichiara la consigliera di opposizione – in termini di capacità di accoglienza e di gestione dei flussi turistici, allora forse è il caso di evitare di lamentarci di quello che non abbiamo e cercare di capire come attivarci per averlo. È stato dichiarato in maniera molto chiara che si è scelto di non fare nulla. Al di là di tutte le considerazioni scientifiche e statistiche di merito, ribadisco – evidenzia – che ci sono state in questi giorni delle violazioni delle norme».

Replica a quest’ultimo intervento da parte del primo cittadino Antonio Bufano: «Gli assembramenti vi sono stati in tutta Italia. Non solo a Locorotondo. Se dovessi ascoltare le persone che dicono che ci sono assembramenti in via Dura, l’unica arma che ho è interdire quella strada. L’avrei potuta chiudere? Sì? Quindi, avrei potuto chiudere sabato e domenica quella strada, pur sapendo che c’è un esercizio commerciale che è stato chiuso per legge e oggi non può lavorare, senza incassare nulla? Allora andate a dirlo a Margherita… ». Questa presa di posizione, in totale buona fede del Sindaco, merita una riflessione.

L’intervento della consigliera Ruggiero, in quanto legale, aveva degli aspetti tecnici. Se ad esporre una tesi veritiera sul piano sanitario è il capogruppo di maggioranza Donato Pinto (con riferimento al “contatto stretto” per contrarre il virus e, quindi, dei pochissimi rischi nel borgo antico), a quel punto la consigliera Ruggiero fa bene a incentrare il suo intervento su episodi legati ad assembramenti cospicui, in contrasto ai dettami previsti nei decreti. Il primo cittadino fa, inoltre, chiaro riferimento ad una ristoratrice rinomata del territorio, ma la stessa nei giorni scorsi con importante apertura mentale ha dichiarato: «Se avessi avuto la certezza della mancanza di responsabilità di molte persone, non avrei addobbato. Mi dispiace molto di essermi fidata del buon senso della gente». Queste sono le dichiarazioni a mezzo social (riprese dalla Gazzetta del Mezzogiorno) di Margherita Curri che, peraltro, ha fatto benissimo ad installare le luminarie in Via Dura, ma anche a spegnerle temporaneamente quando richiesto cordialmente da volontari e vigili urbani.

Per quanto riguarda l’ordinanza di chiusura del borgo antico, è un’extrema ratio non richiesta da nessuno a livello politico. Anzi, a far riferimento per la prima volta fu proprio il primo cittadino al Consiglio Comunale del 18 novembre, quando era inoltre emersa una certa unità di intenti fra opposizione e maggioranza per redigere un piano per ingressi contingentati nel centro storico. Difficile da attuare? Sicuramente, ma d’altro canto la strada intrapresa dall’Amministrazione si è rivelata come una sorta di resa incondizionata, con volontari e vigili urbani lasciati al loro destino senza un piano a monte da seguire.

Dice ancora il primo cittadino che “gli assembramenti ci sono stati in tutta Italia”. Verissimo anche questo, ma con una sostanziale differenza: in altre realtà si provava a contrastarli con atti amministrativi o a limite disincentivarli, non certo con inviti velati al turismo di massa o da selfie (che non va demonizzato, come giustamente evidenziano il Vicesindaco Speciale e la cons. Ruggiero, ma gestito). Quello che si accalca dalle ore 18, quando le attività di ristorazione possono fare solo asporto come previsto in zona gialla.

Ma tornando al Piano Sicurezza prospettato da INNOVA, il primo cittadino ha dichiarato: «Prendiamolo come una raccomandazione a discuterla nel Comitato di sicurezza, vediamo quali sono e quali possono essere gli eventi da poter fare all’interno del centro storico…». Sempre il Sindaco Bufano, nell’intervista alla nostra testata rilasciata (clicca qui), ha avuto modo di chiarire il concetto: «Non è percorribile quel piano, perché poco calzante per il nostro territorio e la sua stessa struttura, oltre che per le risorse di personale di cui oggi disponiamo: è oltremodo dispendioso dal punto di vista delle forze lavoro.

Un comune di 14 mila abitanti – dichiara Bufano – non può permettersi di avere 35 unità di vigili e volontari – perché almeno tanti ne servirebbero per attuare quel piano – e questo è un dato di fatto. Per il prossimo dicembre, tenuto conto anche dell’evoluzione del fattore pandemico su tutto il territorio nazionale, sarà indubbiamente previsto un piano d’emergenza diverso e – ha concluso il Sindaco – più calibrato in base alle nostre risorse ed alle esigenze della città».

[Articolo aggiornato rispetto all’approfondimento pubblicato sulla nostra rivista Agorà]

Antonello Pentassuglia

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