Puglia: +30% di disturbi psichici post pandemia
SANITA’
Secondo dati forniti dall’Asl di Brindisi e dal reparto di Psichiatria del Policlinico a Bari, il disagio assume le forme dell’ansia sociale
La pandemia cominciata nel 2020 ha fatto sentire i suoi effetti anche in Puglia, scatenando o peggiorando disturbi preesistenti e relativi ad ansia, depressione e non solo.
Secondo quanto emerge dal convegno scientifico “Progress in psychiatry 2022: evidences, promises and challenges” tenutosi a Lecce, il fenomeno ha inciso maggiormente sui giovanissimi e sulle fasce più deboli.
Vediamo qual è la situazione in Puglia in termini di richiesta e offerta di sostegno psicologico e di possibilità di occupazione in quest’ambito.
Aumento dei disturbi nei giovani: da pandemia a sindemia
Secondo dati forniti dall’Asl di Brindisi e dal reparto di Psichiatria del Policlinico a Bari, il disagio assume le forme dell’ansia sociale e di aggressività generalizzata.
A causa dell’isolamento aumentano anche i casi di dipendenza da smartphone e PC e i disturbi alimentari, soprattutto nei più giovani. Si stima che in Puglia si sia verificato un aumento dell’insorgenza di psicopatologie pari al 30%, un dato probabilmente destinato a incrementare ulteriormente nei prossimi anni.
È un dato ormai assodato che, nel nostro Paese, i disturbi afferenti alla sfera mentale-emotiva abbiano subito una crescita importante sin dai primi mesi successivi all’emergenza pandemica. A causa della compartecipazione di più problematiche, si parla infatti di “emergenza sindemica”.
Richieste di aiuto in crescita: servono più esperti
La situazione in Italia sembra essere simile dappertutto, senza differenze significative tra Nord, Sud, Centro e Isole: il 65% degli italiani afferma di aver riscontrato un peggioramento della propria salute mentale. A testimoniarlo sono i dati: è stato infatti registrato un aumento del 40% per le richieste di aiuto psicologico e, in parallelo, un aumento del fatturato dei professionisti della salute mentale pari al 28,57% rispetto al reddito netto nel 2021.
Questa nuova emergenza non sembra destinata ad arginarsi in tempi brevi, ed è per questo motivo che diventa necessario potenziare l’offerta di assistenza psicoterapeutica, alquanto scarsa nel settore pubblico e spesso inaccessibile ai più per quanto riguarda il settore privato. Secondo i dati raccolti dal report dell’Istituto Piepoli, infatti, nel 30% dei casi gli italiani non si rivolgono a uno psicologo perché non possono affrontare le spese previste da un percorso terapeutico e il 21% interrompe quest’ultimo per lo stesso motivo.
Come diventare un esperto di salute mentale? Per lavorare come psicologo, prima di tutto sarà necessario ottenere una laurea in psicologia, ormai conseguibile anche in via telematica; successivamente si dovrà ottenere l’abilitazione (superando l’Esame di stato), iscriversi all’Albo e, eventualmente, specializzarsi in psicoterapia. Lo psicologo può svolgere la propria professione in strutture ospedaliere del SSN sia in qualità di consulente (dunque da libero professionista) sia come dipendente.
Anche il nuovo governo ha colto la gravità del problema e ha deciso di confermare il bonus psicologo per l’anno 2023, con un aumento dei fondi e uno stanziamento di 5 milioni di euro. Resta invariata la soglia massima di ISEE (50mila euro), ma sale a 1.500 euro l’importo erogabile per ciascun paziente, contro i 600 euro previsti dal vecchio bonus.
[Foto di Alex Green da Pexels]