La revoca di cittadinanza a Mussolini si scontra con il revisionismo di De Giuseppe

POLITICA

Alla proposta di Innova e M5S c’è il No dell’Amministrazione: «Nel 1924 si era in un contesto democratico…» la frase shock del cons. De Giuseppe…

 

Si sono vissuti momenti di tensione al Consiglio Comunale di ieri, giovedì 30 settembre. Il motivo è legato alla mozione dei gruppi consiliari INNOVA e M5S per “leliminazione della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nell’anno 1924″.

A nulla è valso l’appello, da parte del presidente del Consiglio Comunale Martino Santoro, di non “politicizzare” la discussione. Fermo restando si trattasse di un tema sensibile, cosicché venisse affrontato con la giusta apertura mentale e maturità. Questo pochi giorni fa era anche il nostro auspicio. Appelli caduti nel vuoto e, non ce ne voglia il pres. Santoro, sopratutto per l’impostazione data dalla maggioranza.

Alla relazione fatta dal cons. del M5S Fabio Lotito, in cui ci si riferiva alla revoca come di un atto dovuto, ha replicato il consigliere comunale Michele De Giuseppe con una operazione di revisionismo storico (altro non è), a salvaguardia della triste delibera n. 36 del 25 maggio 1924. Facendo riferimento ad un inveritiero “contesto democratico”, per via delle elezioni vinte dal Partito Nazionale Fascista, ma segnate da un clima di intimidazioni e violenze perpetrate dai fascisti. Come denunciato dall’on. Giacomo Matteotti in Parlamento, rapito ed ucciso dagli squadristi il 10 giugno 1924. 

Tornando alla datata delibera comunale, letta (purtroppo) integralmente dal consigliere di maggioranza e, occorre dirlo, rammentando ragioni legate al Trattato di Roma in cui si descriveva il propagandistico senso di patriottismo (magari fosse vero) con cui “il duce – si legge – aveva fatto grande l’Italia”. Bugie, come rivelatesi negli anni, con un’Italia lasciata in macerie al termine del secondo conflitto mondiale e con quasi 500 mila morti. 

Restando sulla disamina di De Giuseppe, fanno specie inoltre una serie di altri suoi riferimenti: il primo al Sindaco storico don Peppe Petrelli, in cui il compianto rispondendo negli anni ’90 a Maurizio Costanzo faceva richiamo alle cosiddette “barriere mentali”: «Aveva ragione – dichiara De Giuseppe – poichè solo il risentimento e l’odio politico ha fatto prendere fischi per fiaschi al Circolo Antifascista che, dopo quasi 80 anni dalla fine del fascismo, chiede l’annullamento di un atto amministrativo e la cittadinanza onoraria concessa 97 anni fa, che con il fascismo non ha nulla a che fare».

Inoltre, non domo, il rappresentante di maggioranza per perorare la causa di tutela della cittadinanza al duce, si è spinto citando la massima di Gandhi: Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo. Che dire? Sul piano razionale per menzionare il Mahtma Gandhi, in una difesa d’ufficio alla memoria del duce, occorre una dose rilevante di temerarietà in contrasto al lucido ragionamento. «Dal punto di vista morale non ha senso il processo ai morti, la storia maestra di vita non può essere cancellata» ha dichiarato in conclusione il cons. di maggioranza. Quindi, secondo questo ragionamento, sarebbero fuori luogo tutte le analisi storiche in cui con franchezza si ammettono gli errori e le follie generatesi nel passato. Questo è il suo parere, distante anni luce dal nostro: i conti con la storia vanno sempre fatti a salvaguardia del futuro. 

Per chi volesse seguire il Consiglio Comunale, consigliamo la visione su Teletrullo (clicca qui). Alle parole di De Giuseppe hanno fatto seguito quelle del cons. Fabio Lotito. L’esponente del M5S con concetti semplici e diretti, ha fatto presente all’Amministrazione che altro non stava facendo che riconfermando la cittadinanza a Mussolini.

Estremamente corretto l’intervento della consigliera Grazia Ruggiero di Innova che nella sua orazione ha rammentato la mozione approvata due anni fa per la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Atto di indirizzo rimasto in un cassetto impolverato del Comune e mai portato a compimento. Michele De Giuseppe, all’epoca Presidente del Consiglio Comunale (qui le sue lucidi dichiarazioni), forse ha dimenticato perché è un bel pezzo che non si esprime su quel rilevante tema. Arriva un momento in cui, al di là della lontananza siderale sulle valutazioni (come sulla ricostruzione del ventennio fascista), occorre una componente fondamentale nel dibattito politico ed anche civile: la serietà di mantenere la parola data.

«Sul fatto che possa coesistere una cittadinanza onoraria a Liliana Segre (seppur non tramutata in atto concreto; ndr) ed una a Benito Mussolini, quindi a vittima e carnefice, perdonatemi è veramente qualcosa di mostruoso» dichiara correttamente la consigliera Grazia Ruggiero. «Anche perché – evidenzia – mi permetto di dissentire la ricostruzione storica fatta, quelle cittadinanze onorarie furono conferite negli anni fra il 23 e il 24 proprio in un periodo in cui una serie di atti portati in essere dai fascisti si stavano realizzando nel territorio italiano. In quegli anni sono stati compiuti dei delitti, degli arresti, quindi degli abusi della legge con lapprovazione di leggi razziali».

Morale della favola: la mozione di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata respinta con i 12 voti contrari dell’Amministrazione ed i 4 favorevoli delle opposizioni.

Al netto della mozione in sé, è desolante che, nella maggioranza, non sia emersa una palese posizione di condanna per quella tragica stagione politica. Non poteva certo esprimerla, per ovvie e risapute ragioni, De Giuseppe (che non va crocifisso per questo). Ma gli esponenti più giovani di quest’Amministrazione perché non hanno proferito parola, facendosi rappresentare dal sopracitato consigliere comunale? Perchè non v’è stata la volontà di entrare nel merito? Contestando pure la mozione, come atto politico, ma salvaguardo la memoria storica e quindi condannando fermamente il ventennio fascista. Sono dilemmi emersi che, purtroppo, difficilmente troveranno congrua risposta. Infine sempre da loro perché nessun voto di astensione, se non favorevole, su un tema così delicato? Non si stava mica discutendo il Bilancio di previsione. Che dire? Una grandissima occasione mancata.

A questo punto, in redazione si ritiene opportuno riportare stralci della presa di posizione del sottoscritto. Stilata sul finire del Consiglio Comunale e postata su Facebook ieri sera. Di seguito:

“TUTTO COME PREVISTO”

Sapevo bene che la maggioranza comunale di Locorotondo avrebbe respinto la mozione di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. Ero convinto inoltre che a relazionare la triste presa di posizione sarebbe stato Michele De Giuseppe. Così è stato. A livello amministrativo competentissimo mentre in chiave storica, revisionista come pochi.

Ma questa volta ha persino superato se stesso, spingendosi fino a citare il Mahatma Gandhi (perdonaci) per difendere la cittadinanza onoraria a Mussolini datata 1924. Si badi bene, non sto facendo una valutazione politica su una mozione presentata dalle opposizioni che, per carità, poteva essere discussa e non per forza accettata a tavolino. Ma si doveva avere la maturità di palesare argomentazioni rispettose di una coscienza e sensibilità storica. Visto che siamo nel 2021 e non negli anni di piombo.

A tal proposito, reputo oltraggioso menzionare Gandhi per salvaguardare la figura del fanatico duce poiché, caro Michele, il Mahatma ha basato la sua straordinaria esistenza sul concetto di DISOBBEDIENZA CIVILE CON LA NON VIOLENZA dei perseguitati. Valori ed ideali agli antipodi con il fascismo, fattene una ragione.

Non sono arrabbiato, ma profondamente amareggiato e vicino al sentimento di frustrazione del cons. Fabio Lotito. Deluso inoltre dai miei coetanei, al netto di Giovanni Oliva, passivi sul piano storico ed incapaci di battersi per delle idee di libertà. Ma se quella dei quarantenni è una generazione considerata in panchina, la mia su questo piano forse è ancora incollata in tribuna.

Per quanto riguarda Antonio Bufano, che dire? So bene che si trova in una situazione complicata ma ha ricondotto Locorotondo, da uomo liberale, in un alveo istituzionale. Da cittadino italiano lo ringrazio per le belle parole riservate pochi giorni fa alla memoria del socialista Di Vagno (clicca qui), ucciso dai fascisti.

Da questo punto di vista, Bufano ha la mia solidarietà ma deve aver maggior coraggio nel saper imbastire un processo politico culturale di crescita per la comunità. Oltre che per un centrodestra che ha pagato ad alto prezzo il congedo politico di una figura cardine, stimata e moderata nel 2016.

Voglio salutare, in conclusione, il cons. Michele De Giuseppe con le parole dell’indimenticato e straordinario Sandro Pertini: ‘Mussolini si comportò come un vigliacco, senza un gesto, senza una parola di fierezza. Presentendo l’insurrezione si era rivolto al cardinale arcivescovo di Milano chiedendo di potersi ritirare in Valtellina con tremila dei suoi. Ai partigiani che lo arrestarono offrì un impero, che non aveva. Ancora all’ultimo momento piativa di aver salva la vita per parlare alla radio e denunciare Hitler che, a suo parere, lo aveva tradito nove volte’.

Patriottismo sì, ma con la pelle dei 320 mila soldati mandati a morire e che piangeremo in eterno. Purtroppo non siamo maturi al punto giusto da fare i conti con la storia. Non siamo la Germania e ne discutiamo in loop poiché privi storicamente di una nostra Norimberga”.

Nell’assise di ieri, sono state anche respinte altre due importanti mozioni: “modifica della toponomastica con l’eliminazione delle intestazioni ai gerarchi fascisti e sostituzione con l’intestazione a uomini e donne che si sono prodigati per il territorio”; persino “l’adesione del Comune di Locorotondo alla rete di accoglienza del Governo per le famiglie afghane“.

La cittadinanza onoraria conferita all’ultramaratoneta Simone Leo, nota positiva. Per fortuna.

Antonello Pentassuglia

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