Semaforo verde per l’asilo nido comunale di Locorotondo. Era ora!

L’APPROFONDIMENTO

Per il Comune di Locorotondo previsto un mutuo di 241 mila euro per la conclusione dei lavori…










 

Torniamo ad occuparci dell’asilo nido comunale! Nuovi sviluppi – eh sì – per una grottesca storia che pare finalmente scorgere l’uscita dal tunnel. Forza e coraggio. È di pochi giorni fa, precisamente il 21 maggio, la delibera n° 55 della Giunta comunale: “finanziamento quota comunale opere di completamento – accensione mutuo”.

Prima di addentrarci a fondo, doverosa è una cronistoria dei fatti. Il 29 novembre 2010, per un importo complessivo di 681 mila euro, venivano ufficialmente consegnati alla Edil Zigrino Srl i lavori di realizzazione dell’asilo nido. Nove sono i mesi stimati per la realizzazione dell’opera nevralgica: data ultima il 6 agosto 2011. Gli auspici erano ottimi, i propositi uguale ma gli effetti furono del tutto disattesi.

La ragione? Lo stop dei lavori a causa di un rinomato stato di insolvenza dell’appaltatore (il privato) verso le aziende subappaltate. Difatti il Comune committente, tra il 2012 ed il 2015, in ben 14 udienze è stato convocato in qualità di “terzo pignorato” dal Tribunale. L’Ente pubblico ha liquidato ai creditori somme per circa 240 mila euro ed € 83.400,76 agli enti previdenziali. Insomma, oltre al danno la beffa!

Verrebbe da chiedersi, ma per quale ragione la stazione appaltante, quindi il Comune, ha avviato solo nel dicembre 2015 – con circa 4 anni di ritardo – la risoluzione contrattuale per gravi inadempienze della ditta sopracitata? Le delucidazioni del sindaco sono reperibili nella risposta scritta (art. 53 Regolamento Consiglio comunale), del 21 agosto scorso, alle domande del Consigliere Grassi del M5S.

La strada della convocazione delle conferenze dei servizi – ben due – fu quella intrapresa a quel tempo dalla prima Giunta Scatigna. La prima risale al 26/10/2012 e la Edil Zigrino Srl manifestò la volontà di ultimare i lavori entro il 31 dicembre. Come ampiamente appurato, tale auspicio non ebbe alcun tipo di compimento.

Cinque mesi dopo, ecco la seconda conferenza dei servizi: il 29/04/2013 l’impresa edile dichiarò (testuale) di “voler completare i lavori entro maggio 2013”. Anche in questo caso, l’impegno con la P.A. è risultato inevaso.

Arriviamo al dicembre 2015, con il primo cittadino che dice la sua sull’intricata faccenda: “Opera praticamente finita che è stata ferma per motivi ESCLUSIVAMENTE burocratici e di rapporti giudiziari tra privati. Giusto, ma anche per un approccio del ruolo politico… come definirlo? Fin troppo… soft? Sì, così potremmo…

La determina che sancirà l’ufficiale risoluzione, per gravi inadempienze del contratto, è del 18 ottobre 2016. Alleluja! Ma il 21 marzo di un anno fa, piove sul bagnato: la Regione avvia la procedura di revoca del finanziamento originario di 540 mila euro di cui 445 mila, di fatto, già spesi.

Una sciagura per le casse comunali! Fortuna vuole che in Consiglio Regionale siede il PD: Pentassuglia Donato. (Che avevate capito?). A sottolinearlo nei mesi scorsi è stato perfino il vicesindaco Smaltino: “La solita disponibilità di Donato ha consentito di recuperare un nuovo finanziamento regionale…”. Verissimo. E allora leggiamola questa delibera di Giunta Comunale del 21 maggio scorso: “La Regione Puglia, con atto dirigenziale n. 754 del 20/11/2017, ha riconfermato il costo del progetto di € 928.000 di cui a carico regionale il 75% pari ad € 696.000”. Voilà!

Doveroso a questo punto, un piccolo riepilogo dei costi: il totale speso ammonta a € 703.849,58… ahi. Ma per il completamento dei lavori occorrono ulteriori € 476.557,19 (somme aggiornate ad aprile 2018) da cui detrarre 11 mila euro di cauzione del contratto risolto. E il 25% di cofinanziamento comunale?

Eh… bei soldini… 241 mila euro! Tali ingenti risorse verranno reperite – come stabilito al punto 4 della delibera – con accensione di mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti. Per farla breve, potremo esultare di gioia per la conclusione dei lavori in seguito al completamento dell’impianto elettrico, adduzione gas, pertinenze esterne ed accessi pedonali; la revisione degli impianti tecnologici ed infissi; la posa in opera di corpi illuminanti, vetri, porte interne e tende oscuranti. Prioritaria sarà, inoltre, l’installazione dell’impianto fotovoltaico e di rilevazione dei fumi.

In conclusione, considerando i maggiori esborsi economici, i contenziosi, i ritardi oceanici (e chi più ne ha più ne metta) verrà avviata procedura legale del Comune nei confronti della sopracitata dittaNella fattispecie si procederà con l’escussione della polizza fidejussoria.

Antonello Pentassuglia