Silvestro Catalano: “Nessuna linea chiara del sindaco sull’ex caserma!”
L’INTERVISTA
E sul progetto La Nuova Villa Mitolo, il consigliere comunale di Porta Nuova non ha dubbi: “I nostri contributi di crescita del paese, anche se accolti da componenti della maggioranza, si scontrano coi veti del sindaco…”
di Antonello Pentassuglia
Consigliere al Consiglio Comunale del 2 maggio avete presentato due mozioni: la prima in materia di “sicurezza” e l’altra concerne il progetto de “La Nuova Villa Mitolo”. Vi siete soffermati, inoltre, sull’incompatibilità della consigliera Laddomada come RSU. Mozioni respinte e risposta piccata della capogruppo di maggioranza. A questo punto, quali sono le conclusioni da trarre?
«Alla mozione sulla pubblica sicurezza ci è stato risposto che diffondiamo allarmismi e diamo cattiva immagine al paese. Avremmo preferito che la discussione entrasse nel merito della risposta pervenutaci dal Prefetto, che sottolinea le carenze di Locorotondo rispetto all’organico della Polizia Municipale e alla videosorveglianza.
Sul progetto “La Nuova Villa Mitolo”: spesso, durante il primo anno di attività consiliare, in maniera pesantemente sarcastica, il Sindaco invitava Giovanni Oliva a mettersi a lavorare al posto dei funzionari, per dimostrare le sue capacità. Adesso siamo passati all’esatto opposto: “Chi ve lo ha chiesto di fare progetti?”.
Dispiace molto, perché i nostri contributi alla crescita del paese, anche quando accolti con interesse da componenti della maggioranza, in Consiglio si scontrano col veto del Sindaco, che richiama i suoi all’ordine. Raramente lascia la parola ad assessori e consiglieri, quando si tratta di rispondere alle nostre proposte.
Questo è stato mortificante soprattutto per il Progetto Villa Mitolo. Nel bando regionale “Community Library”, a cui l’Amministrazione ha partecipato lo scorso anno, abbiamo ricevuto un punteggio talmente basso che difficilmente ne ricaveremo qualcosa. Avere pronto un progetto esecutivo per rendere la Sala “Don Lino Palmisano” di Villa Mitolo un centro multifunzionale (che inglobasse anche la biblioteca) era una buona opportunità per partecipare a nuovi bandi di prossima uscita. Il progetto ha un altro beneficio, secondo me: il vecchio Municipio nel centro storico non è un ambiente adeguato ad una biblioteca moderna, mentre, liberato, avrebbe un potenziale enorme per i servizi al turismo e per l’allestimento di quel “Museo del Territorio” di cui si parla da 20 anni.
A questo punto, vedendo respinti i nostri progetti, è lecito aspettarsi che l’Amministrazione rinnovi e riapra la Biblioteca Comunale in questo mandato; su questo non faremo sconti a nessuno.
Infine, assolutamente lecito da parte nostra chiedere conto in sede politica della improvvida candidatura come Rappresentante Sindacale Unitaria della consigliera Laddomada. Essendoci incompatibilità tra il ruolo di RSU e la carica di Consigliera Comunale (con delega alla Pubblica Istruzione, per giunta), l’operazione ha destato la sensazione di una interferenza politica, una indebita “pressione” nel momento in cui i lavoratori della scuola dovrebbero essere quanto mai liberi di esprimere i propri rappresentanti. Nessuno ha mai ritenuto verosimile che la Laddomada rinunciasse al ruolo di Consigliera Comunale, Capogruppo della maggioranza, e delegata alla Pubblica Istruzione (ruoli che onora con impegno e passione, come tutti le riconosciamo) per essere rappresentante sindacale; sarebbe stato più discreto evitare la candidatura».
Con il Programma Operativo per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR FSE) 2014-2020 sono stati destinati € 1.300.000,00 per la ristrutturazione dell’ex caserma. Il sindaco Scatigna ha dichiarato: “Abbiamo tenuto una linea chiara… Nonostante le tante accuse false e tendenziose su chissà quali progetti privatistici…”. Come rispondere?
«Ma di quale “linea chiara” parla? Fra il 2014 e 2015 l’ex-caserma andò in gara all’asta per ben 5 volte! In due colloqui richiesti dal PD (di cui allora ero segretario) ribadì che era necessario venderla per l’impossibilità di farsi carico della manutenzione. Ci volle addirittura una raccolta di 700 firme per convincerlo a desistere: i cittadini se lo ricordano! Anche per l’ex-caserma esiste una nostra idea di progetto, presentata all’epoca. Se, come al solito, la si vorrà sfacciatamente ignorare, che almeno si proceda a un confronto partecipato sulla destinazione più utile alla comunità! E speriamo (e vigileremo) che, speso il finanziamento, l’immobile sia agibile e fruibile: abbiamo già visto in paese opere pubbliche che dopo aver ingoiato soldi pubblici (delle nostre tasse), giacciono incompiute come simboli di spreco».
Tema cimitero. L’Amministrazione, al momento, tiene in standby il progetto di privatizzazione ma negli ultimi giorni ha fatto notizia la tardiva manutenzione delle aiuole e dei terreni dell’area…
«Anche qui, silenzio amministrativo: sparito l’argomento dalle commissioni e dal consiglio comunale. Nelle sedi ufficiali non siamo stati ancora messi al corrente della risposta del CRSFA. È una strategia? E intanto aumentano incuria, furti, stato di abbandono. Sarebbe ora di smetterla di inseguire una privatizzazione di nessun vantaggio per i cittadini, dietro la quale abbiamo già perso troppo tempo. Nel bilancio comunale la voce “cimitero” è in attivo: con un po’ di buona volontà, i fondi per la manutenzione si trovano. Noi pensiamo anche ad una proposta per avere a breve una “sala del commiato”; eventuali ampliamenti si possono concordare a un tavolo di lavoro con le Società Operaie e le Confraternite, ma tenendo conto del reale fabbisogno. Sarebbe ora di darsi una mossa!».
Uno sguardo alle dinamiche nazionali. C’è una lezione da trarre dall’esito elettorale del 4 marzo? In conclusione, qual è stato il principale errore del Pd e dell’establishment renziano?
«Di errori ce ne sono stati, in una campagna elettorale brutta, urlata, e indirizzata contro un solo nemico. Secondo me uno di questi è stato non aver indicato chiaramente Gentiloni come capo di governo in caso di vittoria: ha ben lavorato e godeva di stima da parte degli elettori. Poi però altri errori sono di tutto il partito, e non solo di quello che chiami “establishment renziano”: la nostra storica vocazione a farci del male da soli! Ci sono dirigenti di prestigio da cui non ho mai sentito dire “votate il PD” ma solo “bisogna eliminare Renzi”: secondo te hanno convinto la gente a votarci? O hanno fatto scappare gli elettori? La Puglia ne è l’esempio lampante!
Non credo che ora la “rimozione del capro espiatorio” sia la soluzione a tutto: i problemi interni che vedo nel PD sono gli stessi dell’ultimo decennio. Bisogna invece ricostruirsi internamente, iniziando tutti un nuovo cammino, consapevoli che TUTTA la classe dirigente ha fatto degli errori. È un atto doveroso anche nei confronti di noi militanti, che lavoriamo sul territorio mettendoci la faccia e il sudore. Ed è un lavoro che si può compiere solo stando per un po’ lontani dall’azione di governo, all’opposizione, rispettando il voto dei cittadini».