Annalisa Pinto: orgoglio sportivo di Locorotondo!

L’INTERVISTA

Costanza, organizzazione e tenacia gli ingredienti per essere un buono scoutman

 
di Palma Guarini

 

Un orgoglio sportivo del nostro paese oggi si racconta a noi, svelandoci i trucchi del suo mestiere e le difficoltà incontrate lungo il suo cammino: si tratta di Annalisa Pinto, scoutman per professione.

Come definiresti il lavoro di uno scoutman? Cosa fa concretamente?

“Lo scoutman è una figura tecnica entrata a far parte della pallavolo a partire dagli anni 80. Fa parte dello staff tecnico di una squadra.

Quando mi chiedono chi è, scherzando dico sempre che lo scoutman è quella persona con l’aria un po’ strana e seria, che troverete a fondo campo in un palazzetto, seduto in tribuna stampa dietro a un pc e contornato da vari software informatici.

In realtà lo scoutman ha vari compiti nel pre-gara per la definizione della tattica di gioco insieme agli allenatori; durante la gara si occupa di rilevare/registrare le azioni di gioco attraverso dei sistemi informatici per confermare o modificare la tattica di gioco e valutare le prestazioni degli atleti; nel post-gara contribuisce all’analisi delle prestazioni di squadra, alla verifica con gli allenatori e con gli atleti delle prestazioni dei singoli e di squadra, attraverso supporti statistici e video”.

Come hai iniziato a fare la scoutman?

“Ho iniziato per caso…nel 2005 avevo partecipato come volontaria al campionato europeo di pallavolo ed ero entrata in contatto con la nazionale maschile seniores. Per la prima volta incrociai l’allora scoutman della nazionale italiana maschile e a poco a poco capii di cosa si occupasse realmente. Pensai che fosse una materia che poteva piacermi e, dopo aver capito bene di cosa si trattasse, cominciai a chiedere ad alcune squadre tra Lazio Umbria e Toscana se potessero darmi una mano ad imparare.

Ricordo ancora l’emozione dell’unica mail di risposta ricevuta, arrivata con mia grande fortuna da una delle più grandi squadre d’Italia: Bino Rizzuto, direttore sportivo di Perugia in A1 maschile rispose alla mia mail, invitandomi a Perugia per parlare di una eventuale collaborazione, e da lì la mia avventura ebbe inizio.

Ho passato 4 anni a Perugia ad imparare grazie ad alcuni colleghi di grande esperienza. Il mio compito all’epoca era quello di rilevare le gare per conto della Lega Pallavolo Serie A, della Data Project (software house che produce il programma che utilizziamo a livello mondiale) e della TV (Sky e Rai, di anno in anno si cambiava). Dall’esperienza di Perugia ho imparato tanto, e da lì ho potuto cominciare anche la mia collaborazione con Data Project. Una collaborazione che mi ha portato ad avere la responsabilità delle statistiche di intere competizioni per conto della Federazione Internazionale (FIVB) o della Confederazione Europea (CEV).

Nel 2009 infatti Data Project mi propose di andare a lavorare come scoutman per conto della FIVB al Campionato Mondiale Pre-Juniores che avrebbe avuto luogo in Italia, a Jesolo. Con Data Project ho avuto la fortuna di lavorare a tanti eventi internazionali come scoutman della CEV, della FIVB e della TV: campionati mondiali, campionati europei, coppe europee, finali scudetto. A distanza di qualche giorno da quel mondiale del 2009, la Federazione Italiana Pallavolo mi chiese se potesse interessarmi entrare a far parte dei quadri tecnici delle squadre nazionali: la prima esperienza fu con il Club Italia nel 2009. Da lì poi la fortuna di indossare la maglia azzurra, con l’Italia, fino alle Universiadi giocate a luglio con la Seniores B maschile.

Durante questo periodo di attività “nazionali e internazionali” non ho mai smesso di lavorare e mettermi alla prova anche con realtà più piccole: società di pallavolo di serie C e B che mi permettevano di esercitarmi nello scout senza le numerose pressioni che venivano invece dall’attività nazionale ed internazionale”.

Su cosa si sta concentrando attualmente la tua carriera? 

“L’attività di scoutman è solo una parte della mia vita lavorativa. Da molti anni ho la fortuna di essere un dipendente a tempo indeterminato della Federazione Italiana Pallavolo e al momento mi occupo di vari ambiti: settore promozione, formazione, tesseramento e squadre nazionali.

Il lavoro in Federazione Italiana Pallavolo non è l’unico che occupa il mio tempo.

Dal 2017 infatti collaboro con una società di Serie B maschile (Fenice Pallavolo Roma) in qualità di scoutman. Quest’anno abbiamo sfiorato la promozione in Serie A, possibilità sfumata all’ultima gara di finale”.

Quali sono le caratteristiche che deve avere uno scoutman? 

“Un bravo scoutman deve:

  • Essere organizzato, in termini di organizzazione del tempo, organizzazione del proprio lavoro e del lavoro funzionale al team, organizzazione delle risorse da mettere in campo.
  • Essere disciplinato: non esiste il “lo faccio dopo”, esiste il “la mia tabella di marcia prevede questo, quindi devo farlo”.
  • Essere tenace nel perseguire i suoi obiettivi.
  • Essere paziente per sopportare i carichi di lavoro e gli stimoli provenienti da più parti, anche quando i risultati non sembrano arrivare a breve termine.
  • Avere un buon controllo e auto-controllo: controllo nella gestione della gara e autocontrollo per non farsi influenzare da stimoli esterni durante la rilevazione della gara (la rilevazione può essere influenzata da vari aspetti emotivi, quali per esempio stanchezza, nervosismo).
  • Avere un’alta capacità di concentrazione: soprattutto durante la gara, è importante non farsi distrarre da stimoli esterni.
  • Avere un’ottima conoscenza della pallavolo.
  • Avere un’ottima capacità informatica, non solo in termini di conoscenza degli hardware e dei software ma anche in termini di velocità di utilizzo degli stessi”.

Ti piacerebbe tornare nella tua terra natìa? Cosa porti con te ogni volta? 

“Se mi piacerebbe? Certo che sì. Ci sono legami che sono imprescindibili, luoghi che hai nel cuore, colori e profumi che solo nel luogo dove sei nato puoi ritrovare.

Non so quante volte, parlando tra colleghi e amici, torno a dire la famosa frase “sai come si dice da me?!?”. Ci sono cose che fanno parte del nostro DNA, è impossibile non aver voglia di ricordarle o riviverle, soprattutto quando vivi lontano da casa da ben 18 anni.

Purtroppo però il mio lavoro mi porta a dover vivere lontana da Locorotondo e a tornarci davvero troppo poco. Ma spero che col tempo le cose possano migliorare, almeno in termini di brevi vacanze sotto le cummerse!”.

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