Finalmente la cittadinanza italiana per Clara: ne siamo entusiasti!

L’INTERVISTA

Nei giorni scorsi Clara Osma ha recitato il giuramento al Comune di Locorotondo

 

di Zelda Cervellera

 

Un giorno molto bello quell’8 maggio, poiché la nostra amica Clara Osma finalmente ha ottenuto la cittadinanza italiana dopo le tante peripezie burocratiche. Due anni fa la nostra testata ha raccontato la storia di Clara per ottenere la cittadinanza italiana.

Dall’età di 3 anni Clara ha vissuto a Locorotondo e nel suo straordinario percorso di vita può annoverare importanti traguardi, tant’è che parla perfettamente 5 lingue!

Terminata l’istruttoria della domanda di cittadinanza, nei giorni scorsi Clara ha recitato il giuramento al Comune di Locorotondo. E noi siamo davvero tanto entusiasti per questo agognato “traguardo”! Oggi studia relazioni internazionali, (magistrale) ed una volta terminati gli studi continuerà a formarsi in campo migratorio.

Abbiamo posto qualche domanda a Clara che ci racconta cosa cambia ora nel suo percorso.

Ciao Clara, prima di tutto tantissimi auguri per il traguardo raggiunto…Finalmente!

“Grazie Zelda! Eh sì, direi proprio! Finalmente posso fare un sospiro di sollievo! È stato molto emozionante vedere dopo 25 anni scritto nero su bianco “cittadina italiana” accanto al mio nome, quello che sono sempre stata di fatto, finalmente riconosciuto anche per legge. Perché dopo tutti questi anni mi sento per la prima volta considerata e riconosciuta dal mio Paese, l’unico in cui sono nata e cresciuta. Ho apprezzato tutti gli auguri calorosissimi ricevuti in questi giorni. Però fa riflettere il fatto che il termine più usato è stato ‘traguardo’, come se avessi conseguito una laurea o vinto alle Olimpiadi… Sì, è vero che è stata una corsa ad ostacoli, e ho dovuto ‘meritare’ questo diritto fino alla fine, per tutti gli anni di attesa e alla fine ‘giurandolo’ l’8 maggio 2023. Ma i diritti non si dovrebbero ‘meritare’ né giurarci su”.

Cosa cambia per te d’ora in poi?

“Finalmente posso dire addio a tutte le preoccupazioni legate alla mia situazione burocratica e al mio status giuridico, posso smettere di chiedere permesso per vivere nel mio paese. Sono libera dai rinnovi del permesso di soggiorno, dalle incertezze e dalle ansie annesse. Se mi rubano il portafogli non dovrò affannarmi per un anno e sborsare centinaia di euro per rinnovare/rifare i documenti dall’inizio, come già successo. Ora posso – per la prima volta – votare nel mio Paese chi mi rappresenta! Inutile dire che, essere cittadina italiana (quindi anche europea) presenta numerosi ‘privilegi’. Viaggiare sarà più facile, meno visti da chiedere, meno sprechi di tempo e denaro per le pratiche. Finalmente potrò partecipare a bandi accademici a cui prima non potevo partecipare per il requisito della cittadinanza italiana, anzi potrò anche leggere un bando e candidarmi senza dover controllare quel requisito e senza inviare mail per verificare. Posso accettare contratti di lavoro all’estero invece di rifiutarli come ho dovuto fare in questi anni di attesa della cittadinanza italiana. Infine, ma il più importante: finalmente vedo riconosciuta la mia doppia identità e posso dire a tutti di essere italiana, senza i ‘ma’ dei diritti mancati.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Da quando ho la cittadinanza continuo a ripetermi che ho ‘solo’ vinto la mia battaglia personale, ma che c’è una lotta collettiva da proseguire. È difficile gioire quando lì fuori ci sono più di un milione di persone nate e/o cresciute in Italia ma non riconosciute come cittadine di questo paese. Ed è qui che quello che dovrebbe essere un diritto diventa un privilegio, e adesso che io questo privilegio ce l’ho, vorrei usarlo, all’interno del movimento di Italiani senza cittadinanza, per sensibilizzare, informare e aiutare chi è bloccato in un limbo burocratico senza fine, perché un paese che non riconosce diritti basilari alla propria popolazione non può chiamarsi democratico”.

In bocca al lupo Clara, siamo convinti che il tuo percorso sarà ricco di soddisfazioni!

[Intervista pubblicata sulla rivista Agorà, numero Maggio 2023]

 

 

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