Grazia Ruggiero: «Sull’asilo nido comunale idee confuse e contraddittorie dall’Amministrazione»
POLITICA
Intervista alla consigliera di opposizione del gruppo Innova Locorotondo
di Orazio Perillo
Consigliera Ruggiero, partiamo dalla questione asilo nido comunale. L’Amministrazione va verso la creazione di un polo educativo nella struttura di Cinquenoci. Quanto è importante destinare strutture a questo scopo?
«Ci siamo occupati dell’argomento non per sollevare polemiche, ma per sottolineare l’urgenza di un servizio, atteso da anni. Pensiamo a tutte le famiglie che pur avendo diritto ai buoni di servizio per il nido, non ne possono usufruire a causa dei posti limitati nelle strutture convenzionate con la Regione. Con queste premesse abbiamo partecipato all’evento di presentazione di un percorso di cooperazione per la progettazione di un polo educativo affidato ad un tecnico esterno che l’Ente dovrà pagare. Tale progettazione vede l’immobile di Cinquenoci pronto e già finanziato per un servizio di nido per la prima infanzia, legato alla possibilità che diventi un campus 0-13, con il rischio di doverlo ulteriormente adeguare a seguito di un processo che si presenta ad oggi ancora embrionale».
A parte la destinazione della struttura in questione, cosa in particolare non vi convince dell’iniziativa dell’Amministrazione?
«Alle osservazioni presentate dai partecipanti non sono emerse risposte chiare, tanto da farci pensare che, sebbene sia sempre auspicabile e lodevole un percorso di programmazione condiviso con gli attori del settore e magari anche con la cittadinanza, le idee dell’Amministrazione sono confuse e contraddittorie rispetto agli atti assunti sino ad oggi. Ad esempio, sulla criticità di come far convivere in un immobile di tali dimensioni minori con esigenze educative, pedagogiche e pratiche di età così diverse, la risposta è stata quella di includere in tale operazione altri immobili comunali; ma in nessuna delibera del Comune sino ad oggi si fa menzione di questo».
Qual è la proposta del vostro gruppo, quindi?
«Ci piacerebbe che con lo stesso spirito di collaborazione e coprogettazione si possa dare una risposta specifica ai bisogni al massimo della fascia d’età 0-6 come previsto nel sistema integrato della scuola, dando supporto ai plessi limitrofi in zona Cinquenoci come la scuola materna. Un percorso veloce capace di lavorare a questo spazio, per poter poi proseguire con i tempi giusti anche su una fascia più ampia, prendendo in considerazione ad esempio la ex caserma. Oggi abbiamo l’urgenza di far partire un servizio in risposta a bisogni ineludibili».
Restando in tema scolastico, come gruppo Innova avete espresso perplessità sulla gestione degli spazi del plesso Indiveri di c.da San Marco, che ha visto ampliato il numero delle classi a tempo pieno. Quali sono le principali preoccupazioni?
«Sono di diversa natura: in primo luogo ci sono problematiche logistiche relative agli spazi che risultano assolutamente insufficienti per le esigenze che il tempo pieno impone. Pensiamo alle aule destinate ai laboratori che oggi sono utilizzate per ospitare le classi o all’insufficienza delle aree destinate alla mensa, tanto che in alcune aule i pasti sono dispensati tra i banchi. Ed ancora: la scuola di San Marco non ha una palestra e nel 2022 sappiamo ormai benissimo quanto sia importante che i nostri bambini facciano educazione motoria. Conosciamo altrettanto bene i diversi esperimenti falliti e fatti in passato sul trasporto presso altre palestre durante le ore curriculari. La triste conseguenza è quella di avere una scuola di serie B proprio in campagna, alimentando un pregiudizio atavico».
Però resta il problema di come sostenere l’istituto scolastico nell’agro ed evitare la chiusura…
«Le modalità per incentivare le iscrizioni sono diverse, per esempio modificare lo stradario e farlo rispettare, creare agevolazioni per il trasporto verso quell’area, ecc. Ed a proposito di trasporto, oggi purtroppo con questo tipo di gestione, l’assessore all’istruzione non ha fatto altro che complicare le cose con costi ancora una volta a carico delle famiglie».
A tener banco nelle scorse settimane anche l’approvazione del Consiglio Comunale di un debito fuori bilancio relativo ad una transazione per lavori mai autorizzati. Il vostro gruppo nell’occasione ha abbandonato l’aula, in segno di dissenso. Quali sono i rischi con questa approvazione?
«È un argomento non semplice, perché riguarda principalmente atti e procedure amministrative e legali. Per semplificare possiamo dire che è stata data la possibilità ad un privato di realizzare lavori senza atti di conferimento di incarico, in barba a tutte le prassi amministrative. Allo stesso tempo oggi, a distanza di anni da quei lavori, non sussistono atti che avallano e certificano le opere svolte e la pretesa economica della stessa ditta. Secondo noi la maggioranza ha approvato una transazione mediante una delibera dubbia sotto il profilo della legittimità, il che potrebbe interessare anche poco, ma in un quadro più complessivo avalla una prassi pericolosa: consentire a qualsiasi impresa privata di offrire servizi senza passare dai processi legali (bandi e procedure di affidamento pubblici). A questo si aggiunge il fatto che le somme pretese dall’impresa si potevano contestare nelle sedi giudiziarie opportune date queste irregolarità».
A breve il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sul nuovo Piano Urbano del Traffico, che porterà ad una modifica delle ZTL e delle aree destinate a parcheggi a pagamento e per residenti. Quali sono le proposte del vostro gruppo?
«Il nostro borgo da anni è fortunatamente una meta turistica molto attrattiva, sia in estate che in inverno. Il PUT è chiaramente fondamentale ma noi non lo abbiamo. Ovviamente non è possibile pensare ad un turismo lungimirante senza questo strumento e senza infrastrutture serie. Ad esempio alla conferenza stampa di presentazione del cartellone natalizio abbiamo sentito parlare di formazione, favole e di sostenibilità. Tutto apprezzabile, poi però sulle questioni traffico, viabilità e sicurezza, noi cittadini di Locorotondo ci siamo meritati un bel “ci stiamo lavorando” e la cosa non mi ha certamente tranquillizzata, con l’assessore alla viabilità che era addirittura assente, facendo passare un messaggio ancora più preoccupante: la vivibilità nel nostro paese per questa amministrazione non è una priorità».
Come gruppo Innova siete stati promotori dell’iniziativa “L’Antifascismo per Definizione”, ciclo di incontri che ha promosso la riflessione sull’antifascismo e sulle nuove discriminazioni. Che riscontro ha avuto?
«Si è trattato di un’esperienza di arricchimento unica con ragazzi della fascia 10-17 anni. Il riscontro è stato positivo perché ci ha permesso di creare un gruppo che ha mostrato una grande sensibilità e ha dato la sua personale definizione di antifascismo vista con gli occhi di questa generazione. Così sono venuti fuori temi che non ci aspettavamo, figli di una generazione diversa dal passato e a cui dovremmo destinare molta cura e non escludo di poter sperimentare ancora altro con loro».
Dopo quasi due mesi dalle elezioni politiche, che hanno visto l’affermazione del centrodestra, sembrano tempi non semplici per le forze dell’area di centrosinistra. Un quadro che sembra molto simile sia a livello nazionale che nel nostro contesto locale. Da dove ripartire?
«La sensazione di disfatta aleggia ancora nel centrosinistra, tant’è che non si muove molto anche a livello nazionale. Io penso che dovremmo ripartire dall’analisi e dalla comprensione di ciò che questa parte politica non vuole essere, e cosa vuole realmente rappresentare, per poi costruire. Nel nostro piccolo vogliamo realizzare questa cosa anche a Locorotondo chiamando tutti i soggetti che si sentono di poter dare un contributo il 23 novembre alla CGIL di via Abruzzi per un confronto e per ripartire, insieme».
AGGIORNAMENTO. La compagine Innova Locorotondo lo scorso 23 novembre ha comunicato il cambio di programma in merito al luogo dell’evento politico, così dichiarando: “A causa di un errore abbiamo indicato come sede dell’incontro quella della CGIL di Via Abruzzi. Ci scusiamo per questo con i referenti e gli iscritti della CGIL territoriale”.
[Intervista pubblicata sulla rivista Agorà, numero Novembre 2022]