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Coletta e Ancona per la serie “c’eravamo tanto amati…”

POLITICA

L’ex vicesindaco rivendica le dimissioni: “È una questione di dignità e di correttezza verso chi ci paga… i cittadini!”










 

 

Si tratta di un vero e proprio terremoto politico. Non ci sbagliavamo mica ed è chiaro che gli sviluppi di questa vicenda, potrebbero dar vita ad un infausto effetto domino per il proseguo del cammino della maggioranza di centrosinistra. Le dimissioni del vicesindaco di Martina Franca, Stefano Coletta, hanno scatenato un tourbillon di reazioni.

Alzi la mano chi questa mattina si aspettava una retromarcia? Beh, non siete così pochi… comunque tutti fuori strada. Dopo l’ufficialità del protocollo comunale nella giornata di ieri (leggi qui l’articolo), il diretto interessato dal suo profilo Facebook, poche ore fa, ha rincarato la dose con forti critiche rivolte a due figure: un dirigente comunale “super pagato” (cit. Stefano Coletta) ed il suo “burocraticismo” e, per la serie “c’eravamo tanto amati”, il j’accuse di Coletta trafigge in pieno petto il sindaco Ancona. Quest’ultimo reo di una scarsa riconoscenza (palese il riferimento al seguito elettorale del vicesindaco dimissionario), ma anzitutto di accettare in maniera “supina” le direttive del Dirigente sopracitato nonostante le carinerie – consentiteci l’ossimoro – volate pochi giorni fa tra il funzionario e Coletta stesso.

E gli ex colleghi di Giunta? Pare che l’ass. ai Lavori Pubblici Palmisano avrebbe minacciato, nel dicembre scorso, un analogo epilogo per un rapporto conflittuale con la Dirigenza Comunale. Anche in questo caso Coletta fa una disamina netta: scarso coraggio per andare fino in fondo.

 

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex vicesindaco di Martina Franca

«Sia chiara una cosa: non mi arrendo mica. Anzi, il mio gesto è un rilancio. È un sacrificio personale che spero possa servire a tutti.

Ho combattuto e mi sono scornato, chiedendo a tutti solo una cosa: risolvere anche i piccoli problemi dei cittadini con celerità. Il mio modo di fare è stato questo per 6 anni: trovare sempre la soluzione in pochi minuti, anche se fosse significato raccogliere una busta o prendermi un cane randagio in campagna. Insomma, una soluzione, SEMPRE.

Già da dicembre avevo palesato difficoltà, ma sono state messe da parte, come la polvere sotto il tappeto. Lo stesso assessore Palmisano aveva minacciato le dimissioni, senza trovare il coraggio di andare in fondo, per un rapporto difficile con la Dirigenza del Comune.

Io vado in fondo. NON RISCALDO POLTRONE inutilmente, sapendo che il mio operato potrebbe non avere gli effetti che vorrei. È una questione di dignità e di correttezza verso chi ci paga: i cittadini.

Io vado in fondo, perché di fronte a Dirigenti super pagati, quasi tutti di fuori Martina, che, finita la giornata, tornano apaticamente nelle loro case forestiere, mi sono battuto per far sì che rispondessero con più velocità ed efficacia ai problemi dei cittadini. Ma quando vedo che anche il mio Sindaco, che forse dovrebbe essere maggiormente riconoscente, soprattutto nei miei confronti, accetta supinamente il loro burocraticismo esasperato e non tutela il suo Vicesindaco da un attacco frontale di un dirigente che mi accusa di essere troppo presente, beh, capisco davvero di essere alieno a questo modo di fare.

Ragazzi! Un Dirigente che, davanti a Sindaco e colleghi, mi accusa, urlando a più non posso, di smetterla di fare anche l’impiegato e di fare di più il vicesindaco.

Ma chi sei tu Dirigente? Tu che vieni pagato profumatamente con i nostri soldi e che comunque vada la giornata, torni nella tua bella casetta forestiera, dovresti essere onorato e riconoscente che il tuo ViceSindaco si metta a raccogliere immondizia per strada, aiuti gli uffici nel fare gli atti, prenda i cani dalla strada, partecipi da solo alle fiere montandosi gli stand di notte.

E tu Sindaco supinamente accetti questo? Dai ragione al Dirigente, solo perché è un “Dirigente”, distruggendo così ogni forma di autorevolezza degli assessori verso i burocrati?

È troppo. Non voglio i “grazie”, ma nemmeno che non venga riconosciuto un lavoro continuo ed incessante. Ho un altro modo di fare politica. Io sono pragmatico, vado alla risoluzione del problema, senza se e senza ma.

Con questi metodi, il mio stipendio è sprecato. Datelo a qualcuno che la pensa come voi. Io continuerò le mie battaglie da fuori. Anzi. Preparerò il terreno per tornare. A modo mio però.

Chiedo scusa ad elettori e cittadini se non sono riuscito subito a modernizzare il pensiero verso un nuovo modo di fare politica. Ma, come ho detto, oggi serviva il mio sacrificio. Dopo 6 anni di totale servizio alla mia città, compio questo gesto estremo, sperando che chi rimane, capisca che a volte è meglio una voce burbera e grossa verso la burocrazia, che non l’accondiscendenza. E che ricordi che noi siamo eletti per servire solo ed esclusivamente i CITTADINI, e non i Dirigenti. Piuttosto che creare problemi al consiglio, tolgo io il disturbo.

Torneremo, amici. Torneremo. Non è un addio, è un arrivederci.

 

Grazie per i tanti messaggi di sostegno. Ne sono orgoglioso.

Il vostro (comunque nel cuore) Vice Sindaco»

 

In una storia politica che ricorda quella tra Obi-Wan Kenobi e l’allievo Anakin Skywalker (futuro Darth Vader), non rimane che attendere la replica del primo cittadino Ancona. Seguiremo gli sviluppi.

 

Antonello Pentassuglia

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