Un Sindaco Locorotondese DOC: ricordando Peppe Campanella

IL RICORDO

Il 27 ottobre 2015 ci lasciava Peppe Campanella. “E’ rimasto fedele fino alla fine dei suoi giorni agli ideali dell’interclassismo espressi dalla Democrazia Cristiana. Partito nel quale ha sempre militato”










 

 

di Franco Basile

 

Il titolo non è esagerato perché PEPPE CAMPANELLA ha dedicato tutta la sua vita a Locorotondo. Innanzitutto – nonostante le ingiuste critiche – ha pensato ad aiutare sempre il sottoproletariato sia agricolo che urbano. Specialmente nell’immediato dopoguerra allorquando la fame non risparmiava nessuno. All’epoca Egli era quasi un ragazzo.

I suoi interessi riguardavano ogni momento della vita della comunità e cercava, in tutti i modi, di sciogliere i nodi cruciali. Per far ciò si serviva di ogni mezzo lecito: carta stampata e mass-media che curava personalmente.

Lavoratore instancabile: la mattina a scuola, il pomeriggio nella sede sindacale che chiamava l’ufficio.

E’ stato eletto per due volte sindaco di Locorotondo, sempre con larghissimo suffragio elettorale. Poiché si recava tutti i giorni a Bari, non appena veniva a conoscenza della presenza di qualche norma che potesse giovare al Paese, immediatamente faceva assumere delibere atte ad ottenere i relativi contributi. Capitava, però, che qualche burocrate, particolarmente burocratico, frapponesse degli impedimenti per rallentare la pratica. Il sindaco Campanella – senza alcun indugio – si sedeva davanti alla macchina da scrivere e avviava l’iter idoneo.

Aveva una perfetta conoscenza di tutti gli aspetti legislativi relativi alla contribuzione assicurativa sia dei braccianti agricoli che dei dipendenti industriali. Conseguentemente, quando giungeva il momento del pensionamento, tutti quei lavoratori sapevano di potersi rivolgere ad un interlocutore onesto e preparato che riusciva a risolvere gli intoppi burocratici che si opponevano all’ottenimento dell’agognato riconoscimento.

Ha sempre creduto nel sindacalismo cattolico espressione della dottrina sociale della Chiesa quale frutto dell’enciclica RERUM NOVARUM di papa Leone XIII. E’ rimasto fedele fino alla fine dei suoi giorni agli ideali dell’interclassismo espressi dalla Democrazia Cristiana. Partito nel quale ha sempre militato. Dopo il rapimento e la barbara uccisione dell’on. Aldo Moro, il Sindaco Campanella fece apporre sulla facciata del Palazzo Municipale una lapide commemorativa. Da quell’anno infausto, ogni 9 Maggio, convocava personalmente i vecchi amici democristiani per deporre su quella lapide una corona di alloro in memoria del grande Statista pugliese. Cosa che ha reiterato anche quest’anno subito dopo il fatale intervento e nonostante le atroci sofferenze che già lo affliggevano. Quegli amici non si sono mai vergognati di essere democristiani perché vi avevano aderito convinti e, con onestà, avevano iniziato il cammino che si è concluso con dignità e onore.

Durante un comizio per le elezioni amministrative, il senatore Giuseppe Giacovazzo disse che nel 900 Locorotondo era stato amministrato da due grandi sindaci: il comm. Antonio Mitrano e il professor Vittorio Aprile. Con una firma molto più modesta, chi scrive si permette di aggiungerne un terzo: PEPPE CAMPANELLA.

Addio amico carissimo e, ancora una volta, grazie per tutto quello che hai donato: da Lassù continua a pensare – come hai sempre fatto – a Locorotondo, ma, questa volta con la preghiera.

[Il ricordo di Franco Basile, pubblicato sulla nostra rivista nel novembre 2015]

[Foto in evidenza di Antonio Lillo]

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